Assalto al posto di lavoro: migliaia di laureati disposti a fare anche i bidelli

Atro che «bamboccioni» o «choosy», come ironizzavano i ministri Padoa-Schioppa, Brunetta e Fornero. Con la crisi, molti giovani laureati si trovano costretti ad accettare di svolgere lavori senz’altro dignitosi ma che non corrispondono agli studi effettuati e alle competenze acquisite. Come quello di bidello di Luca Salvi

Scuola

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Milano, 31 ottobre 2014 - Altro che «bamboccioni» o «choosy», come ironizzavano i ministri Padoa-Schioppa, Brunetta e Fornero. Con la crisi, molti giovani laureati si trovano costretti ad accettare di svolgere lavori senz’altro dignitosi ma che non corrispondono agli studi effettuati e alle competenze acquisite. Come quello di bidello. È quanto emerge dalle centinaia di migliaia di domande di assunzione nel personale non docente pervenute alle scuole milanesi nelle scorse settimane. In ballo ci sono supplenze temporanee che, in periodi di vacche magre, fanno gola a tutti. All'Istituto professionale Bertarelli, un aspirante collaboratore scolastico (oggi i bidelli si chiamano così) o assistente amministrativo su due ha la laurea in lettere, filosofia o scienze politiche. Al liceo classico Parini uno su tre. Agli spbidelloortelli della Cisl e della Cgil si sono presentati molti docenti precari.

«Non trovando lavoro da altre parti – spiega Massimiliano Sambruna, segretario milanese della Cisl Scuola – cercano spazio nel personale ausiliario tecnico e amministrativo. Ma il diploma di maturità o la qualifica triennale fanno più punteggio del titolo di laurea». Rispetto alla graduatoria precedente, di tre anni fa, «la crisi morde – spiega Pippo Frisone, della Flc-Cgil – e c’è più disoccupazione. Ci sono casi di ingegneri rimasti in cassa integrazione, in mobilità o senza lavoro disposti a rimettersi in gioco, partendo da un ambiente lontano dalle loro aspettative».

È laureato un candidato su tre al tecnico Cattaneo, scuola record per numero di richieste (2.310) e che da una settimana sta chiedendo soccorso al provveditorato. Infatti agli istituti in questi giorni spetta valutare e registrare le domande sul sito del ministero. «Siamo disperati – confessa la preside Maria Rizzuto – perché il personale è ridotto all’osso. Servono rinforzi». In periodo di certificazioni e di registrazione dei contratti e con la partenza del registro elettronico, al Cattaneo serviranno gli straordinari. E i fondi per pagarli. Il dirigente scolastico territoriale Marco Bussetti fa sapere che «gli uffici si stanno organizzando» per affrontare la questione. Anche per Mauro Agostino Zeni, preside del liceo Tenca, «servirebbero modalità di reclutamento più coerenti con l’autonomia scolastica. Non si possono drenare tutte le energie delle segreterie in queste operazioni». Al Bertarelli stanno inserendo 1.200 domande, «ma il sistema informatico va e viene – spiegano – e se all’ultimo cade la linea, bisogna ripetere tutto da capo».

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