Sventato il colpo da "soliti ignoti". Preso lo specialista delle spaccate

Furgone bicolore e targa falsa per rubare bancomat con 96mila euro

Il furgone utilizzato

Il furgone utilizzato

Milano, 25 luglio 2016 - Una 1.100 nero che diventa improvvisamente verde per sfuggire alla polizia. Ugo "Piede amaro", Michele "Ferribotte", Pierluigi "Capannelle" e Mario Angeletti sotto il cavalcavia a strappare furiosamente quella pellicola scura dalla carrozzeria prima che le volanti si accorgano dell’imbroglio. Chi non ricorda quella scena de "L’audace colpo dei soliti ignoti", film cult di Nanni Loy ambientato nell’Italia di fine anni Cinquanta. Più di mezzo secolo dopo, il trucco del veicolo bicolore non è passato di moda. Così come lo stratagemma della targa da cambiare in corsa per depistare le forze dell’ordine, altro marchio di fabbrica della sgangherata banda capeggiata da "Peppe er Pantera" alias Vittorio Gassman. E forse Vincenzo Scarantino (da non confondere con l’omonimo falso pentito della strage di via D’Amelio) ha tratto ispirazione proprio da quel pezzo di storia cinematografica per derubare una banca e sparire nel nulla. D’altro canto, non era certo la prima volta che il sessantatreenne, pregiudicato originario di Langhirano (provincia di Parma) e residente in zona Affori, entrava in azione.

L’altra notte, lui e un complice ancora da identificare sono arrivati davanti alla filiale Unicredit di via Solferino a Melegnano a bordo di un furgone cassonato azzurro ma ricoperto da un telo bianco (e con una targa falsa di quelle che si inseriscono all’occorrenza grazie a due guide fatte apposta): parcheggiato il mezzo proprio davanti alla cassa continua di fianco al bancomat, hanno sfondato il vetro con un palo di legno rinforzato a mo’ di ariete e poi hanno agganciato un cavo d’acciaio (l’altro capo era fissato a un rostro posizionato sul posteriore) al bancomat. Peccato per loro che proprio in quel momento stesse passando da quelle parti una pattuglia dei carabinieri della stazione di Melegnano per un normale servizio di controllo del territorio: appena notato il furgone posteggiato perpendicolarmente al muro, i militari hanno capito subito cosa stava succedendo. A quel punto, i due ladri sono usciti dalla banca e hanno provato a fuggire a piedi: uno ci è riuscito, Scarantino è stato inseguito e catturato poco lontano. Il modus operandi tutt’altro che consueto fa pensare ad altri raid portati a termine nel recente passato. Le indagini vanno avanti. Così come va avanti la caccia al secondo uomo, alla quale non contribuirà in alcun modo Scarantino. Il sessantatreeenne lo ha fatto chiaramente intendere sia ai carabinieri sia al giudice della direttissima che ne ha disposto il trasferimento nel carcere di Lodi: "Non dico una parola".

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