Spalletti: "Sono qui per riportare l'Inter nella sua storia"

Il nuovo allenatore nerazzurro ha già le idee chiare: "Non vinciamo da un po', ora si fa a modo mio"

Luciano Spalletti

Luciano Spalletti

Milano, 14 giugno 2017 - "La posizione in classifica è brutta, per certi versi è anche scandalosa, ma ci avvicina alla possibilità di giocare le coppe" Lo ha detto il nuovo tecnico dell'Inter Luciano Spalletti, rispondendo alle domande dei tifosi in diretta su Facebook prima della conferenza stampa per la sua presentazione ufficiale sulla panchina nerazzurra. "La distanza dei punti - ha aggiunto - fa capire che qualcosa deve cambiare alle radici, 25/26 punti sono 10 partite da vincere in campionato. È fondamentale onorare la maglia io la vivo in questo modo e vorrei che tutti quelli che giocano qui la sentissero come me. Senza senso di appartenenza, non ci possono essere risultati".

Poi l'allenatore nerazzurro ha rivelato: "Tutti mi dicono che accettare questo ruolo è una bega  io non la penso così. Se così fosse, è la più bella bega che poteva capitarmi in questo momento, me la prendo tutta. Voglio riportare l'Inter a contatto con la sua storia. L'Inter  deve far pulsare i cuori a tutti i tifosi. Ho scelto l'Inter per riposizionarla nel ruolo che gli compete, nella storia di questo grande club". E in merito all'identità di gioco ha precisato: "Quello che conta prima di tutto è che sia una squadra, dobbiamo avere tutte le qualità, anche se forti, di cui disponiamo. Quello che diventa fondamentale è saper riconoscere determinati concetti, avere una squadra in grado di capire dove vuole andare".

Sulla squadra Spalletti ha già le idee chiare: "Il futuro di Perisic e Icardi? E' qualche anno che non si vince. O si fa qualcosa di diverso o continueremo ad avere gli stessi risultati. Un calciatore o l'altro non possono determinare un titolo.  E' chiaro ci sono calciatori forti, di qualità assoluto. Ma tutti devono entrare nel meccanismo di squadra.  Icardi è il capitano dell'Inter, oltre alle qualità di calciatore dovrà indicare i comportamenti giusti. Deve essere la squadra che funziona. Io non sono più bravo degli altri. Ma sono differente. Si comincia a lavorare a modo mio, mi fido del mio modo di fare e chiedo ai giocatori di fidarsi di me. Sarò con loro, con tutta la mia persona, al 100% qualsiasi cosa succeda. Sarò 24 ore al fianco della squadra.". 

Poi un giro d'orizzonte sulle principali sfide. Dai rivali storici dei merazzurri ("La Juventus non è così lontana ed è bersaglio di cattiverie gratuite. Non inciamperemo nell'ultimo scalino contro la Juventus, vedremo in campo chi è il più bravo") alla sua ex squadra ("Ringrazio la società, il presidente Pallotta e gli sportivi, la Roma ha grandi professionisti e avrà una reazione"). Proprio la sfida nel prossimo campionato contro la sua ex squadra è uno dei risultati a cui punta Spalletti. "Ce la faranno sudare al cubo - assicura il neo mister nerazzurro  - Gente come Manolas, Rudiger, Dzeko e Nainggolan hanno dentro la loro testa solo un'aspirazione, fare risultato con la propria squadra. Quella partita sarà particolarmente difficile". Infine sul divorzio tumultuoso con il club giallorosso, il coach toscano è chiaro: "L'Inter mi ha contattato quando stava finendo il campionato. Non credo di aver offeso nessuno. Lì (nella Roma, ndr) ero diventato quello che divideva anziché unire, c'era il dubbio epocale su quale sarebbe stata la fine del mito della Roma, perche' Totti e' tale, e della società, e di conseguenza si è verificata una contrapposizione tra l'amore per il calciatore più importante che ha prevalso sul sostegno, l'affetto e l'amore stesso che doveva esserci per la squadra".

 

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