Inter: Pioli disastro, via alla resa dei conti

Il tecnico: "Non penso alle dimissioni". E scoppia la grana Icardi, sostituito ingenerosamente

Stefano Pioli

Stefano Pioli

Milano, 8 maggio 2017 - Il crollo è inspiegabile: con quella di ieri in casa del Genoa sono sette le partite senza vittorie, due pareggi e cinque sconfitte. Nella storia della Serie A è accaduto solo nel 1947-‘48 che l’Inter non vincesse per più partite di fila, otto. Qualcuno, dentro lo spogliatoio, prova a metterla sul piano delle motivazioni e fa un autogol verbale che è peggio di quello che si potrebbe fare in campo. Una prestazione come quella a Marassi, contro un avversario che non vinceva in casa dal 15 dicembre, va oltre ogni immaginazione negativa. La squadra non corre, non ha mordente (emblematico il rigore calciato da Candreva nel finale) e pare aver smarrito serenità e lucidità in ogni sua componente, compresa quella della guida tecnica. Stefano Pioli ha il destino praticamente segnato.

A fine stagione lascerà il posto al successore, la sconfitta con il Genoa certifica una volta di più il termine del suo cammino in nerazzurro. «Io non ho mai detto che avremmo vinto lo scudetto, ma i nostri risultati non possono essere così negativi – analizza l’allenatore a fine partita -. Si può anche arrivare quinti o non arrivare sesti, ma avevamo i valori per fare risultato in questa partita. Purtroppo abbiamo avuto il difetto di essere squadra nei risultati positivi e di non esserlo in quelli negativi». Non è più il distacco dal Milan il primissimo problema dei nerazzurri, quanto il fatto che qualsiasi «gap» sarebbe complicato da ridurre con una marcia come quella attuale. Lo spirito mostrato ieri dal gruppo fa quasi pensare che in Europa League non ci si voglia andare, non attraverso i preliminari che obbligano a un ritiro estivo molto anticipato e a vacanze ridotte.

«In questo momento non è tanto importante pensare all’Europa - continua Pioli - ma finire il campionato dando dimostrazione di voglia e orgoglio. E’ un momento difficile, ma possiamo dimostrare di avere altri valori perché lo abbiamo già fatto. Il momento è troppo negativo. Dovevamo portare a casa un risultato diverso. Dovevamo fare di più». Disastro nel disastro, il tecnico dovrà confrontarsi con un capitano al quale non ha risparmiato una sostituzione forse ingenerosa, non perché Icardi stesse giocando una grande partita, ma perché una volta sotto di un gol uno come l’argentino avrebbe fatto comodo.

«Non credo che Icardi sia stato indolente, solo non era la sua migliore giornata e io sonol’allenatore, devo fare i cambi per migliorare la squadra», dice ancora Pioli, che pure nel mezzo di un lungo declino non ha mai provato a cambiare modulo ed è stato spesso allineato al passato anche nella scelta degli uomini. «NON sono disperato, se sono arrivato a queste scelte per la partita è perché pensavo fosse la cosa giusta. Dopo sette mesi ho capito i punti di forza e i limiti della squadra. Credo però che questa stagione negativa sarà molto d’aiuto per costruire la formazione del futuro». Una squadra che non guiderà lui dalla panchina

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