'Il Giorno dei Ragazzi', primo numero storico ne 'Il Giorno' in edicola giovedì 26 maggio

Dal 1957 al 1968, un inatteso, inedito supplemento al quotidiano che aveva sconvolto il piccolo mondo, ripetitivo, ingessato, financo triste, del giornalismo italiano di GIAN MARCO WALCH

Il Giorno dei ragazzi

Il Giorno dei ragazzi

Milano, 24 maggio 2016 - “Facciamo un balzo nel futuro, ed eccoci in una nuova era. Le barriere dello spazio sono state infrante, ogni pianeta rivela una vita insospettata. Dan Dare, ardito pilota, è l’eroe di cento imprese. Perciò il “Collegio Astrale”, società sorta in difesa della Terra, lo chiama in aiuto di Cryptos, un pianeta amico assalito dai Phants”: una doverosa breve introduzione e, subito, una raffica di vignette, alberi lussureggianti sconosciuti ai poveri terrestri, animali pronipoti forse di antichissimi incroci fra maxi-armadilli e minielefanti. E un ufficiale fresco d’atterraggio in una divisa impeccabile come il suo coraggio. La prima puntata di “Dan Dare, il pilota del futuro, sul pianeta selvaggio”: la prima pagina del “Giorno dei ragazzi”, il 28 marzo 1957. Un inatteso, inedito supplemento al quotidiano che aveva sconvolto il piccolo mondo, ripetitivo, ingessato, financo triste, del giornalismo italiano.

Un giornale per “piccoli adulti”, il “Giorno dei ragazzi”. Che non poteva non incuriosire, e presto conquistare, anche i grandi. Magari attratti dai colori, anch’essi lussureggianti, sparati a tutta pagina. Magari incuriositi dall’enorme “spaccato” dellaMercedes-Benz W 196 da Gran Premio. Tecnologia che oggi fa sorridere, ma descritta con dettagliato rigore. Particolare numero 2: pompa che provvede a iniettare direttamente nei cilindri l’esatta dose di carburante (più potente ed economica del carburatore!). O anche incuriositi dall’“altalena sportiva”, com’era titolata la pagina dedicata appunto agli sport: i timori sulla carriera di Fausto Coppi, alle prese con la recente frattura al femore sinistro, la curiosità del portiere quasi goleador, per la Storia l’ex nazionale sampdoriano Moro, che, scambiatosi di ruolo con un compagno, si spinse in attacco per fornire l’assist per il gol decisivo. Erano tempi in cui i fumetti non godevano di fama favorevolissima: quanto meno diseducativi, strillavano maestri miopi e maestrine dalla penna appassita.

Ma “Il Giorno dei ragazzi” nasceva perfettamente in grado di parare le critiche. Tra il futuribile Dan Dare, il “cane lampo” Flash, poliziotto quadrupede, e Luck, il sergente della Legione Straniera, un “duro” che comandava in un avamposto nel Sahara un pugno di “uomini disperati che cercano la morte”( ma perché? ne erano così sicuri Geoffrey Bond e Martin Aitchison, gli autori della storia?) anche la letteratura trovava il suo posto. La prima puntata dei “Predoni dell’Africa” portava il piccolo lettore a Mwera Hill, nel Nyasaland. Discutibile l’affermazione che “ammazzare qualche leone fa bene ai raccolti”. Ma, in compenso, stranamente intelligente un’altra notazione: “Non vuol dire che gli indigeni credono nelle pazzie che l’uomo bianco cerca di indurli a fare, anzi, sono convinti che niente di buono ne risulterà”. Parola di Guy Muldoon, scrittore degno di figurare nella scuderia Longanesi. Inauguravano, quelle sedici pagine che irruppero nelle edicole il 28 marzo 1957, coloratissime e patinate, una lunga, felice avventura editoriale. “Il Giorno dei ragazzi” arrivò al numero 590, datato 19 dicembre 1968. Dodici anni, in cui il giovedì mattina era segnato da un simpatico tormentone: “Papà, non dimenticare di comperare Il Giorno, oggi!”. 

di GIAN MARCO WALCH

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