Expo, tornelli in tilt e ingressi «sballati»: ma per i vigilantes il problema non esiste

Secondo il commissario Sala "i tabulati sono errati" per problemi agli accessi. Il racconto della sicurezza: nessun malfunzionamento, leggiamo tutti i biglietti

Turisti entrano dalla passarella verso la Fiera

Turisti entrano dalla passarella verso la Fiera

Milano, 25 luglio 2015 - «Malfunzionamenti ai tornelli per il caldo? Mai successo». Da Roserio a Triulza, da Fiorenza a Merlata, insomma, ai quattro ingressi di Expo, gli uomini della sicurezza escludono quegli inceppamenti che per il commissario unico, Giuseppe Sala, hanno pregiudicato la lettura dei biglietti e che sarebbero la causa dei «tabulati erronei» sul numero di accessi ai padiglioni di Rho. «Non abbiamo mai avuto problemi in questi mesi – dice il coordinatore delle divise Ivri al cancello di Fiorenza, collegato con la metropolitana rossa – e speriamo non succeda nulla». Così a Triulza, il più vicino alla stazione dei treni, e Roserio, a est. Solo a Merlata, a sud, dove fermano i pullman con le scolaresche e le comitive, il responsabile (le testimonianze, a tutela dei lavoratori, sono state raccolte in anonimato) racconta che «all’inizio di maggio c’è stato qualche problema per via del sole che batteva quando sorge», motivo per cui i tornelli venivano coperti. Ma, da allora, sono stati «tarati» e non si segnalano malfunzionamenti.

Giovedì pomeriggio, davanti alle commissioni congiunte Expo e Attività produttive del Comune di Milano, Sala dichiara che «i tabulati dei tornellati sono errati» e gli accessi sono ricostruiti. Per il commissario, il conteggio degli ingressi è viziato da tre fattori: malfunzionamenti dei lettori ai primi di maggio, problemi dovuti alle alte temperature (fino a «55-60 gradi», osserva il manager) e biglietti non obliterati, ad esempio la sera per sfoltire le code o con le scolaresche, per non lasciarle sotto il sole. Tuttavia, salvo qualche blocco a maggio per rodare il sistema, gli uomini che presidiano i 240 tornelli dell’Esposizione universale non si riconoscono nella diagnosi.

Il caldo, innanzitutto. «Sta dando problemi a noi, non ai macchinari», ribadiscono da Fiorenza. I lettori, ad ogni modo, sono coperti dagli stand che isolano gli ingressi e, al tatto, sono freddi. A maggio in effetti si è verificato qualche guasto, ma «se un tornello si blocca – spiega il responsabile di Merlata – facciamo passare il biglietto sotto un altro lettore». Non si scappa, insomma, il ticket deve essere obliterato. Tanto che le magagne più frequenti sono dovute proprio ai biglietti con cui i visitatori si presentano: quelli stampati a casa, che per il tipo di carta o di inchiostro non vengono riconosciuti immediamente dal lettore, o quelli su cellulare. «L’altro giorno si è presentato un signore con quindici biglietti stampati su carta riciclata, troppo scura – raccontano a Fiorenza –. Dato che non si leggevano, lo abbiamo mandato in cassa e gli hanno la vultura con ticket ufficiali».

Terzo, le scuole. A Merlata ne sono arrivate a centinaia tra maggio e giugno. «Con i più piccoli ci comportiamo in due modi – precisa il responsabile –. O facciamo passare tutti i bambini, mentre il docente passa i biglietti, o un nostro assistente li aiuta nella lettura». Inoltre, se c’è un guasto ai tornelli, parte subito la chiamata alla centrale operativa di via Drago, a pochi chilometri da Expo, e in genere entro mezzora il tecnico è sul posto per l’intervento. Le giustificazioni del commissario Sala sono rimbalzate dalle parti di Dosson di Casier, in provincia di Treviso, dove ha sede la Came, l’azienda che ha fornito i sistemi di accesso. Una commessa da cinque milioni di euro. Mercoledì, il giorno prima dell’audizione del commissario unico, Came aveva invitato per un evento all’Expo il suo testimonial, l’ex calciatore Fabio Cannavaro. «Questo problema non ci risulta», è la risposta dell’azienda, che è fornitore del Pentagono americano, al caso dei lettori «sballati» dal caldo.

«Mai avevo sentito dire che questo sistema non funzionava – commenta il presidente del Consiglio comunale di Milano, Basilio Rizzo, che ha scritto persino al prefetto per avere i dati –. È stato un segreto per due mesi e adesso sono venute fuori scuse che francamente mi sembrano risibili».

luca.zorloni@ilgiorno.net

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