L’ingegnere pizzaiolo "a chilometro zero": a 32 anni lascia il lavoro e cambia vita

Prodotti bio e occhio all'ambiente: "Piantiamo un albero per ogni pizza ordinata"

Alessandro Castrucci (Newpress)

Alessandro Castrucci (Newpress)

Milano, 25 luglio 2016 - Sull'insegna si legge Thursday pizza. Dove Thursday, giovedì in inglese, sta per "l’effetto giovedì" che era diventato un classico, o meglio, una persecuzione per il gruppo di amici del fondatore di questa pizzeria in zona Tortona, Alessandro Castrucci. "Quando frequentavo l’università, con gli amici avevano l’abitudine di ritrovarci il mercoledì sera per cena. Ordinavamo una pizza, penso che avremo provato quasi tutte le pizze da asporto di Milano", racconta. "E poi c’era l’effetto giovedì – chiosa il fondatore – sete infinita, mal di pancia, fastidi". Così, quando questo ingegnere meccanico di 32 anni ha deciso di cambiare vita, dopo aver lavorato come project manager in un’azienda, la sua nuova creatura è stata intitolata proprio a quel fatidico "effetto giovedì". Con l’obiettivo di fare il contrario e servire un "prodotto leggero e sano, che non dia fastidi", commenta Castrucci.

Per ottenere questo risultato, la pizzeria sforna impasti a base di farina semilavorata e soia, che conferisce una consistenza più croccante al palato. I prodotti sono biologici, da mulini italiani, la lievitazione dura 48 ore. "E usiamo un macchinario a forcella che ossigena l’impasto e non lo scalda", racconta l’ex ingegnere passato alla cucina. Il resto degli ingredienti varia al variare dell’offerta stagionale, perciò il menù non va oltre le 12 pizze: dieci sempreverdi e due legate al periodo dell’anno. Made in Italy anche nel reparto bibite, con birre artigianali e le bevande della marchigiana Paoletti. Ma il locale in via delle Foppette, un vicoletto che collega gli ultimi lembi di via Tortona e via Savona, scelto non ha caso, "perché cercavo un pubblico che potesse apprezzare un prodotto come questo", spiega Alessandro, ha un’altra caratteristica: la sostenibilità ambientale. "Acquistiamo energia da fonti rinnovabili, usiamo solo apparecchi elettrici e scooter elettrici o bici per la consegna", spiega il titolare. Obiettivo: abbattere l’impatto delle attività sulla saluta dell’ambiente, tanto che la pizzeria contribuisce anche al "The Eden reforestation project", un progetto promosso dall’omonimo ente no-profit californiano per piantare alberi in Africa. "Piantiamo un albero per ogni pizza ordinata". "Dall'apertura di aprile a giugno abbiamo già contribuito con qualche migliaio", racconta l’ex ingegnere. A tre mesi dall’apertura, Thursday pizza inizia a farsi conoscere. "Piace l’idea dell’attenzione all’ambiente, specie al pubblico femminile o ai clienti da 25 anni in su", precisa il titolare. Nato come locale da asporto, al lavoro altre due persone oltre ad Alessandro, il pizzaiolo e il fattorino, il locale ha già allargato la sua fama oltre i confini di Milano.

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