Incendio in via Bassini: "Così ho salvato gli studenti. Ho fatto solo il mio dovere"

Domenico Diano, agente in borghese nello studentato andato a fuoco di LUCA SALVI

L'agente Domenico Diano

L'agente Domenico Diano

Milano, 6 marzo 2016 - C’è un eroe nell’incendio che si è scatenato venerdì sera in una stanza al quarto piano dello studentato del Collegio di via Bassini. Si chiama Domenico Diano, 26enne agente del commissariato di Lambrate. Reggino di nascita, nella polizia dalla fine del 2013 e dal 2014 di stanza a Milano. Era in borghese, l’altra sera, ma nel momento dell’emergenza non ci ha pensato due volte ed è intervenuto per mettere in salvo gli studenti presenti.

Partiamo dal principio: cosa faceva lì, in borghese? «La mia ragazza è tra gli ospiti. Studia Lingue alla Statale. Ero venuto a trovarla».

E a un certo punto...? «Suona l’allarme, usciamo diretti alla hall della residenza. E scopriamo che le fiamme venivano dall’ala a fianco. Dico alla mia ragazza di lasciare l’edificio e insieme al custode e al rappresentante degli studenti del Collegio salgo al quarto piano per far evacuare l’edificio».

Arrivati al quarto piano? «Mi sono indirizzato alle camere, bussando e facendo uscire 4-5 studenti. Alcuni spaventatissimi perché si era alzato il fumo nel corridoio. La stanza del rogo era chiusa e non c’era l’ospite. Poi abbiamo perlustrato gli altri piani».

Una volta evacuato l’edificio? «Ho chiamato il Centro operativo della polizia. Quindi ho radunato tutti a distanza di sicurezza, anche per fare intervenire i soccorsi. Sono rientrato con il custode per prendere la lista degli ospiti e ho verificato che fossero tutti presenti. Abbiamo contatto il direttore della residenza, che ci ha raggiunti. All’arrivo dei vigili del fuoco, sono rientrato per indicare dove si erano scatenate le fiamme. È giunta l’ambulanza: alcuni ragazzi erano lievemente intossicati e sono stati curati sul posto. Quindi sono sopraggiunti i carabinieri. Ho spiegato come sono andate le cose. Ho relazionato anche alla dottoressa Anna Laruccia (ndr vicequestore aggiunto, a capo del commissariato di Lambrate)».

I ragazzi? «Erano nel panico ma sapevano il fatto loro. Avevano seguito un corso di evacuazione. Anche il portinaio è stato esemplare».

E la sua ragazza? «Per una volta mi ha visto all’opera. È fiera di me».

Nessuna paura a rientrare nello studentato con tutto quel fumo? «In quei casi non ci pensi troppo. Badi solo ad aiutare gli altri. E poi sapevo quello che c’era da fare. Un poliziotto è sempre al servizio del cittadino. Anche in borghese».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro