Tangenti Expo, Greganti operato al cuore: sì agli arresti domiciliari per la riabilitazione

Il Compagno G non dovrà tornare in cella: l'om dal Tribunale del Riesame

Igor Greganti

Igor Greganti

Milano, 9 agosto 2014 - Il compagno G non dovrà tornare in cella. Il tribunale del Riesame che si era riservato la decisione sulla domanda di domiciliari presentata dai legali dell’esponente Pd, arrestato l’8 maggio per l’inchiesta sulla cupola degli appalti Expo, ha stabilito ieri che Primo Greganti potrà evitare il ritorno dietro le sbarre. Accolta la richiesta del suoi legali Roberto Macchia e Nicola Durazzo, presentata per ragioni di salute dopo un’operazione al cuore, subita nei giorni scorsi. Il ‘Compagno G’, che si trova al Policlinico San Donato, è formalmente agli arresti domiciliari da ieri. E in questo stato di detenzione attenuata, da lunedì, potrà trasferirsi in un’altra clinica dove dovrà essere ricoverato per la terapia di riabilitazione necessaria dopo l’intervento chirurgico. L’istanza era stata recepita come fondata dai magistrati del Riesame, ma era appesa ad un ulteriore parere medico che i giudici avevano richiesto prima di decidere favorevolmente per l’imputato. Proprio nei giorni scorsi era stata ordinata una perizia sulle condizioni di salute di Greganti Ma l’attesa non è durata a lungo. Tutto si è risolto prima ancora che il ricovero ospedaliero finisse e prima che cominciasse il periodo della riabilitazione. Perizia depositata in tempo lampo e decisione presa. Fra coloro che sono stati arrestati con Greganti, con l’accusa di aver creato un sistema per influenzare le gare d’appalto dei lavori del sito Expo, ma anche di aver tentato di infilarsi negli affari della Sogin, concessionaria di smantellamento delle centrali nucleari, e nell’appalto della Città della Salute di Sesto, ha avuto lo stesso trattamento l’ex senatore Luigi Grillo. Niente da fare, invece, per la richiesta di libertà presentata dagli avvocati dell’ex dc Gianstefano Frigerio, che pur lamentando condizioni di salute difficili non è stato scarcerato.  Sul fronte dell’inchiesta, invece, si attendono ancora i nove arresti che il pm aveva chiesto e che il gip, a maggio, aveva negato. Dopo il parere favorevole del Riesame, le manette, tuttavia, non sono scattate. Sui provvedimenti di fermo, per lo più detenzioni domiciliari, dovrà ora esprimersi la Cassazione. Fra coloro che ora rischiano il provvedimento restrittivo c’è anche il manager di Manutencoop, azienda cooperativa bolognese, che si era presentata alla gara d’appalto, da oltre trecento milioni, per costruire il nuovo polo ospedaliero di Sesto San Giovanni sull’area delle ex acciaierie Falck.

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