Esplosione in via Brioschi, Giuseppe Pellicanò fermato per strage

Il pubblicitario di 51 anni è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria con l'accusa di strage

Giuseppe Pellicanò e la moglie Micaela Masella

Giuseppe Pellicanò e la moglie Micaela Masella

Milano, 1 luglio 2016 - Giuseppe Pellicanò, pubblicitario di 51 anni indagato per la strage dell'esplosione in via Brioschi a Milano, è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria con l'accusa di strage. Nell'esplosione ha perso la vita la compagna Micaela Masella e una coppia di giovani fidanzati. La Polizia di Stato, che conduce le indagini, ha inviato la Squadra mobile all'ospedale di Niguarda, dove Pellicanò si trova ricoverato, e lo sta conducendo al carcere di San Vittore.

Pellicanò stava per essere dimesso da Niguarda, dove è ricoverato per le ustioni, così come le sue due figlie di 7 e 11 anni. Era già in previsione il suo interrogatorio. Invece gli accertamenti hanno portato al provvedimento cautelare, disposto dal procuratore aggiunto Nunzia Gatto e dal pm Elio Ramondini. L'ipotesi è che l'uomo, che era in fase di separazione dall'ex compagna, Micaela Masella, abbia manomesso il tubo dell'impianto della cucina originando la fuga di gas che ha causato la deflagrazione del 12 giugno scorso "compiendo atti tali da mettere in pericolo la pubblica incolumità". Secondo quanto emerso finora l'uomo ha staccato un dado che permette la congiunzione del tubo flessibile che alimenta la cucina a gas all'impianto centralizzato, a monte dell'impianto stesso, vicino al rubinetto erogatore. Giuseppe Pellicanò "aveva rabbia per la separazione", ha scritto il pm Elio Ramondini nel provvedimento di fermo. 

Il pm, che domani chiederà al gip la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere per Pellicanò, nella sua ricostruzione ha ricordato che nella notte tra l'11 e il 12 giugno scorso è stata rilevata dall'A2a una notevole fuoruscita di gas dall'impianto manomesso con il tubo svitato dal rubinetto. Il magistrato ha poi escluso che a svitare il tubo siano state le bimbe e anche la compagna Micaela Masella e questo perché la donna aveva un progetto nuovo di vita e cioè quello di andare a vivere con il suo nuovo compagno e tale progetto è testimoniato dagli ultimi sms positivi che la donna la sera prima, alle 21.33, di morire si è scambiata con il nuovo fidanzato. Invece Pellicanò, secondo le indagini e come ha messo nero su bianco lo psichiatra che lo aveva in cura in un certificato medico, "aveva rabbia per la separazione". Era in cura per una depressione dovuta a problemi familiari.

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