Giovedì 18 Aprile 2024

Legalità, Pisapia: "Ricevo minacce, ma vado avanti senza scorta come tutti i cittadini"

A Milano, 12 imprenditori su 100 dichiarano di aver ricevuto intimidazioni: Niguarda il quartiere più pericoloso e il danneggiamento a cose è l'episodio più ricorrente seguito da minacce con visite o telefonate. In almeno due casi su tre le azioni sono riconducibili alla criminalità italiana

Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia

Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia

Milano, 26 novembre 2014 - "Su 800 lettere che mi arrivano ogni settimana, molte sono di minacce". E' quanto ha detto il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, durante l'incontro «Legalità mi piace» organizzato dalla Confcommercio di Milano. "Malgrado queste minacce - ha aggiunto a margine - anche pesanti, che sono all'esame degli organi competenti, io vado avanti. E malgrado mi sia stata garantita e proposta la scorta - ha aggiunto - vado avanti senza, perché credo che anche questo sia un segnale: stare in mezzo alla città come tutti gli altri cittadini".

Durante la conferenza, sono stati diffusi i dati derivanti da un censimento sui fenomeni della criminalità a Milano e nell'area metropolitana, elaborato dall'Università degli Studi di Milano Bicocca (Dipartimento di Statistica e Metodi Quantitativi).: dodici imprenditori su 100 dichiarano di aver ricevuto minacce o intimidazioni; il danneggiamento a cose è l'episodio più ricorrente seguito da minacce con visite o telefonate. Alle azioni violente seguono - per 3 imprenditori su 10 minacciati - richieste da soddisfare: con denaro, merci, assunzione di personale imposto, altre modalità. Le azioni intimidatorie sono attribuite circa nel 59% dei casi a piccoli gruppi criminali, solo in un caso su quattro a un'organizzazione più grande e strutturata. In almeno due casi su tre le azioni sono riconducibili alla criminalità italiana. Tuttavia nell'area sud di Milano i rispondenti all'indagine sono orientati ad attribuire la paternità di questi crimini alle organizzazioni di matrice straniera. Secondo lo studio "Insieme per la sicurezza" promosso dalla Confcommercio e basato su 4mila questionari anonimi poi, per i commercianti milanesi è Niguarda-Bicocca l'area della città nella quale si verificano più episodi di minacce o intimidazioni criminali.

"L'illegalità - ha affermato Sangalli - è un'insopportabile tassa occulta aggiuntiva che le imprese non possono più permettersi di pagare. I più colpiti sono gli esercizi commerciali che svolgono un'importante funzione di presidio Soprattutto gli imprenditori che hanno il coraggio di denunciare i crimini sono un argine contro la malavita e non vanno lasciati soli". "Alle istituzioni - ha detto Sangalli - chiediamo più prevenzione e maggiore decisione nel combattere i fenomeni criminosi sostenendo l'azione delle Forze dell'ordine. Sicurezza e legalità sono condizioni necessarie perché il nostro Paese torni a crescere". Secondo l'indagine, il livello di rischio per minacce e intimidazioni è mediamente più alto nei comuni extra-capoluogo, nell'area nord della città di Milano e nella zona nord-est della provincia di Milano. Il centro e il sud di Milano città sono invece meno esposti. Fra le attività del terziario il rischio di subire intimidazioni e minacce è decisamente più frequente nel commercioIn particolare per i commercianti dell'area Milano nord in cui il livello di rischio è quasi due volte e mezzo quello medio emerso dall'analisi delle risposte avute; ma non viene risparmiato neppure chi opera a sud della provincia ed anche ad est ed ovest. Dalle analisi per codice di avviamento postale, vi sono alcune criticità locali: l'area di Gaggiano; a Milano l'area Niguarda-Bicocca, a est della provincia di Milano Vaprio d'Adda e a sud est i comuni di Cerro al Lambro, Dresano, San Zenone al Lambro e Vizzolo Predabissi. Dall'indagine emerge inoltre come quasi il 10% degli imprenditori intervistati dichiari di essersi trovato coinvolto in episodi di concussione (senza particolari differenziazioni a livello territoriale). Tentativi di concussione riusciti in circa il 42% dei casi (con una punta di oltre il 64% nell'area est del capoluogo). I funzionari sono stati denunciati dagli imprenditori solo nell'8,3% dei casi (a livello provinciale).  Nella corruzione/concussione non vi sono particolari problemi a Milano città (centro, aree semicentrali e sud città) ad eccezione del nord-est dove dall'indagine emerge qualche livello critico. Fuori dal capoluogo è soprattutto l'area sud a mostrare le maggiori criticità. Dall'analisi per codice di avviamento postale valori superiori al 50% del dato medio provinciale sono nel comune di Vaprio d'Adda. Gli altri due comuni che si distinguono per valori fortemente superiori al dato medio di riferimento sono Cormano e Castano 

"Questo censimento sulla sicurezza nell'area milanese - afferma Luca Squeri, presidente della Commissione Politiche per la Sicurezza e la Legalità di Confcommercio - nasce nell'ambito di un più ampio disegno di Confcommercio finalizzato a costituire un osservatorio nazionale sulla criminalità nel quale far confluire dati, analisi e sentiment degli associati sui principali fenomeni criminali. L'iniziativa milanese, con il censimento anonimo, ha fatto da apripista a quella promossa da Confcommercio a livello nazionale con l'indagine Eurisko per la Giornata della legalità. Noi mettiamo questi dati a disposizione delle istituzioni e ad esse chiediamo di non lasciare solo chi denuncia, chi non ci sta. E non è d'altronde un caso che, per garantire un maggior contesto di sicurezza, gli imprenditori del nostro territorio milanese chiedano - il 71,9% - la certezza nell'applicazione delle pene". "Milano, territorio a forte vocazione economica, ha una dimensione metropolitana con una complessità che era importante monitorare. Per questo la ricerca - spiega Mario Peserico, vicepresidente di Confcommercio Milano con competenza su sicurezza, contraffazione, abusivismo - va oltre la città e prende in esame l'intero territorio provinciale milanese. Con questa ricerca è stato costruito un 'indice di rischio' a cui fare riferimento e che rendiamo disponibile a istituzioni e forze dell'ordine. Da parte nostra riteniamo vi sia la necessità di far emergere situazioni che faticano ad essere denunciate e che all'informazione vada affiancata la prevenzione come si sta ad esempio facendo con grande efficacia nell'accordo con il Comune sull'attività dell'Unità reati predatori".