Acerbi prende a calci il "mostro": "Ora voglio solo giocare e sogno... la Nazionale"

"Ammalarsi così giovane è contro natura. Mi sono fatto forza. Terribile la chemio, ha cambiato pure la mia anima" di Giulio Mola

Francesco Acerbi

Francesco Acerbi

Milano, 12 settembre 2014 - Entrare a San Siro fa sempre un certo effetto, tornarci dopo aver attraversato il lungo tunnel della paura è ancora più emozionante. Francesco Acerbi ce l’ha fatta, ha rivinto la sua battaglia contro il tumore, e dopo un assaggio di campo (il primo tempo dell’amichevole di domenica scorsa con l’AlbinoLeffe) è pronto per il debutto in campionato. Che per lui è come rinascere una terza volta.

Caro Acerbi, in questi giorni a Sassuolo inizia il festival della filosofia e il tema è la gloria. Che magari, nella sua storia, può essere accostata al coraggio... «In situazioni come la mia ci vuole forza e coraggio. Ho passato momenti brutti, ma come me c’è tanta gente che soffre o ha sofferto. L’importante è lottare, e io a differenza di altre persone sono un privilegiato»

Mister permettendo, ora se la sente di rigettarsi nella mischia? «Si, sono pronto. Sto bene. Ho aspettato tanto questo momento»

Se la ricorda la sua ultima gara in serie A? «La trasferta a Cagliari lo scorso 1° dicembre...Poi iniziò il secondo calvario, ma io non dimentico nulla. Queste cose ti danno forza nei momenti bui, anche il ricordo di una partita può darti un po’ di serenità».

Lei ha sconfitto il “mostro” per due volte. Più dura la prima o la seconda battaglia? «La prima volta non ho fatto la chemioterapia e poi sono rientrato presto. Ma la seconda è stata una mazzata, pesante. La chemio è dura, non gliela auguro a nessuno. Quattro cicli che hanno cambiato anche la mia anima».

I tifosi le sono sempre stati vicini, soprattutto quelli del Sassuolo: “Ace, non mollare” «Vero. Questo è il momento in cui devo ringraziare tutti, dalla famiglia ai compagni fino ai supporter per la grande vicinanza e l’enorme supporto morale».

Ha mai avuto paura di non farcela? «Neppure per un istante. Qualche momento di depressione c’è stato, non ero sicuro di poter tornare in campo, ma ho sempre creduto di rialzarmi, sapevo che sarei guarito».

Dopo i timori ci sono i sogni: cosa desidera ora? «Il primo è stato esaudito, perché sono rientrato in gruppo. Ora voglio fare grandi partite e giocarle bene, e riprendermi quello che ho perso. Non mi sento in credito e neppure in debito, siamo alla pari. Riparto da zero per migliorare, ma sempre senza rimpianti e con la coscienza pulita»

Vedendo Zaza ci pensa alla nazionale? «E’ un desiderio che mi piacerebbe realizzare, dipende da me. ma sono felice per Zaza, un ottimo ragazzo che si è meritato quella maglia. Lui è forte è giovane, meglio averlo in squadra che contro».

A Milano per sfidare l’Inter. Aria di derby? «Per me deve essere solo una bella partita da giocare. Ci ricordiamo purtroppo dei 7 gol subìti un anno fa, fu una partita strana. Anzi no, un disastro. Non abbiamo dimenticato e vogliamo portare a casa punti».

Quella col Milan è stata un’occasione persa oppure l’ha comunque aiutata a crescere? «Occasione persa del tutto, ho sbagliato io. Ma l’ho dimenticata e guarda avanti. Per natura sono ottimista, ora un po’ di piu».

Dal luglio del 2013 ad oggi come definirebbe la sua vita? «Ho provato di tutto, ho vissuto quindici mesi in salita, difficili, nei quali dovevo rincorrere sempre le situazioni e non mi sentivo mai bene. Così giovane non ci si può ammalare, pensavo, è contronatura». 

Quanto è cambiata la sua scala di valori? «Affronto tutto con piu serenita perché sono maturato. La malattia mi ha aiutato a crescere, mentre rimanevo da solo nel mio letto ho pensato molto ai valori della vita e mi è venuta una grande voglia di tornare a giocare...».

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