Tangenti, gup: "Da rivedere le accuse a Formigoni per Cappella Cantone"

Tutinelli ha ordinato ai pm di riformulare il capo d’imputazione all’ex governatore lombardo. Disposto un rinvio al 24 settembre, quando scioglierà la riserva sull'eccezione preliminare di incompetenza territoriale del giudice di Milano sollevata da alcuni difensori

Roberto Formigoni

Roberto Formigoni

Milano, 2 luglio 2014 - Il giudice per l'udienza preliminare Vincenzo Tutinelli ha ordinato ai pubblici ministeri Antonio D'Alessio e Paolo Filippini di riformulare in un capo di imputazione la descrizione dei fatti contestati all'ex presidente regionale e attuale senatore del Nuovo Centrodestra Roberto  Formigoni nell'ambito del procedimento sulle presunte mazzette pagate dall'imprenditore Pierluca Locatelli per ottenere il via libera alla realizzazione di una discarica a Cappella Cantone, nel Cremonese. Per Tutinelli il capo d'imputazione "è strutturalmente diverso da come emerge dagli atti". Per il gup, inoltre, dalle carte dell'accusa "non emergono gli atti contrari ai doveri d'ufficio".

Nel procedimento a carico di 13 persone fisiche e 5 società, la procura contesta all'imprenditore Pierluca Locatelli di aver pagato una tangente da oltre un milione di euro alla Compagnia delle Opere di Bergamo su input dell'ex governatore lombardo e una da 100mila euro all'allora vicepresidente del consiglio regionale, Franco Nicoli Cristiani, per ottenere il via libera alla realizzazione della discarica attraverso una delibera proposta dallo stesso Formigoni in contrasto con alcune norme a protezione dell'ambiente. In base alla ricostruzione dei pm nei capi di imputazione, Locatelli avrebbe versato 100mila euro a Nicoli Cristiani "al fine di ottenere l'Autorizzazione integrata ambientale, necessaria" per aprire la discarica. Locatelli avrebbe pagato "con il consenso e la consapevolezza di Rossano Breno e Brambilla Luigi, gli ex vertici della Cdo di Bergamo, ''che agivano in nome e per conto dei pubblici ufficiali Raimondi Marcello", ex assessore regionale all'Ambiente, e "Formigoni". Mentre 10mila euro sarebbero andati all'ex funzionario dell'Arpa Lombardia, Giuseppe Rotondaro. In particolare, e questa è l'accusa che il gup ha ordinato di riformulare, secondo i pm Locatelli avrebbe versato tra "denaro ed altre utilità", oltre un milione di euro "in favore della Compagnia delle Opere di Bergamo" per remunerare Formigoni e Raimondi, ottenendo in cambio "l'approvazione della delibera di Giunta regionale del 20 aprile 2011 n.1.594, su proposta del presidente, che consentiva la disapplicazione delle prescrizioni contenute nel Piano Cave adottato dal consiglio regionale". Sempre con quelle tangenti l'imprenditore secondo la procura "si garantiva l'opera di condizionamento, esercitata dai predetti pubblici ufficiali", tra cui  Formigoni, "sulle determinazioni dei competenti dirigenti amministrativi''. Inoltre, Locatelli avrebbe fatto avere 200mila euro a Brambilla, all'epoca numero due della Cdo bergamasca, e 25mila euro a Breno, che era presidente. E infine, l'imprenditore avrebbe effettuato "al fine di ottenere i favori dei predetti pubblici ufficiali di area Comunione e Liberazione (...) plurime donazioni'' per ristrutturare la ''scuola privata Imiberg di Bergamo'' per un totale di circa 781mila euro.

Tutinelli contesta che quanto emerso dal quadro probatorio presentato in udienza in relazione alla tangente alla Compagnia delle opere di Bergamo non corrisponde alla descrizione dei fatti formulata dalla procura nel capo di imputazione, di qui l'ordine di riscriverlo. Dopo la lettura dell'ordinanza, Tutinelli ha disposto un rinvio al 24 settembre, quando scioglierà la riserva sull'eccezione preliminare di incompetenza territoriale del giudice di Milano sollevata da alcuni difensori, che ritengono competente nel giudizio il tribunale di Bergamo. 

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