Foreign fighters: «Reclutava gli italiani per l’Isis». E' caccia all’emiro legato al Califfo

I pm: «È la figura centrale dell’organizzazione». Telefonate al setaccio, individuata utenza telefonica turca. L'uomo si interfaccia con alti livelli del sedicente Stato islamico FOTO - Fatima, il profilo Facebook / Foreign fighters, dall'Italia all'Isis di Mario Consani e Anna Giorgi

Miliziani dell'Isis

Miliziani dell'Isis

Milano, 3 luglio 2015 - Ora è caccia all’emiro e all’indottrinatrice, le figure più importanti e strategiche dell’organizzazione legata al terrorismo islamico. Dagli atti dell’inchiesta che ha portato in carcere i familiari di «Fatima», Maria Giulia Sergio, la 27enne jihadista della porta accanto che ora combatte in Siria, emerge la figura di un «emiro», così definito nelle intercettazioni, «membro di rilievo dell’organizzazione terroristica» e anche «diretto interlocutore » di figure di vertice dell’Isis.

Gli investigatori della Digos sono riusciti ad intercettare l’utenza telefonica turca con la quale comunicava l’uomo (che turco non è), Ahmed Abu Alharith, ottenendo «straordinari elementi conoscitivi» sull’arruolamento e il reclutamento nelle file del sedicente stato islamico. Alharith, infatti, come scrivono i pm negli atti, non solo è il «coordinatore dei volontari in arrivo in Turchia e destinati a raggiungere il cosiddetto stato islamico», ma è anche «diretto interlocutore di membri di spicco dell’organizzazione terroristica operanti in vari Paesi ». Come è emerso dalle indagini, in Siria sono arrivati «combattenti » da «Francia, Spagna, Svezia, Libia, Libano, Arabia Saudita, Kosovo, Bosnia», entrando poi «nelle file dello stato islamico».

È caccia anche all’«indottrinatrice» dei due clan familiari italoalbanesi finiti nella rete jahidista, la cittadina canadese Haik Bushra, latitante, che oltre ad aver avuto un ruolo decisivo «nell’arruolamento » di Fatima e della «sorella Marianna all’interno dell’Isis», avrebbe gestito 5 gruppi «di indottrinamento » via Skype con iscritte più di 300 «donne musulmane. Sul fronte milanese sono stati fissati per domani gli interrogatori di garanzia per il padre di Fatima Sergio, per la madre Assunta e la sorella Marianna: si terranno nel carcere di San Vittore davanti al gip Ambrogio Moccia, mentre in quello di Bollate sarà ascoltata la zia di Aldo Kobuzi (marito di Fatima), Arta Kacabuni, arrestata due giorni fa in Toscana. Tutte e quattro le persone fermate in Italia sono assistite dall’avvocato Erika Galati. Nel frattempo è stata attivata la procedura di estradizione per lo zio di Aldo, l’albanese Baki Coku, 37 anni, preso ieri a Lushnje, a circa 70 chilometri a sud di Tirana

Le indagini della Digos proseguono con l’analisi del materiale, soprattutto informatico, sequestrato durante le perquisizioni e concentrandosi anche su tre soggetti che farebbero parte dell’associazione con finalità di terrorismo con il ruolo di arruolatori e reclutatori dell’Isis: oltre all’emiro Alharith, un libico «coordinatore dell’invio dei combattenti» e Abu Sawarin «responsabile dei francesi in arrivo nel territorio dello stato islamico». Per questo gli inquirenti milanesi stanno indagando anche con la collaborazione internazionale di autorità e forze di polizia di altri Paesi.

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