Expo, pressing sui fondi ex Provincia: Milano-Limbiate ancora nel mirino

Il ministro Martina: «I soldi da qui a Natale, serve una legge». La Provincia di Milano trova i soldi per il tram, ma ora il nemico sono i tempi di Luca Zorloni

Maurizio Martina, ministro del governo Renzi

Maurizio Martina, ministro del governo Renzi

Milano, 9 dicembre 2014 - Erano attesi per la fine di novembre, arriveranno, senza nuove sorprese, entro Natale: sono i 60 milioni di euro che la Provincia di Milano avrebbe dovuto versare a Expo e che ora, mentre Palazzo Isimbardi chiude i battenti, coprirà il governo centrale. Soldi che «servono subito», aveva ribadito solo qualche giorno fa il commissario unico, Giuseppe Sala. E che saranno trasferiti, promettono da Roma. Il problema non è tanto il dove trovarli, perché è deciso che la quota ex Provincia sarà raccolta risparmiando su un’infrastruttura che non può essere messa in cantiere in tempi brevi, quanto il come. Ostacolo da cui dipende il quando.

«Si sta studiando un provvedimento ad hoc, vedremo se dentro la legge di stabilità in discussione al Senato», spiega Maurizio Martina, ministro per le Politiche agricole con delega a Expo. Proprio Martina lo scorso 31 ottobre aveva annunciato che entro un mese il governo avrebbe trovato i 60 milioni. Tuttavia, passato novembre, dei denari neanche l’ombra. «Non era un obiettivo temporale – precisa il ministro –, da qui a Natale arrivano. La questione è complessa, bisogna studiare un veicolo normativo. Ci sta lavorando il Mit (il ministero dei Trasporti, ndr)». Settimana scorsa il commissario unico Sala ha anche incontrato il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, per avere rassicurazioni sul tema. Perché senza quelle risorse non possono partire le ultime gare che via Rovello deve bandire e che riguardano i servizi sul sito.

Negli ultimi giorni si è anche complicato il quadro di quale infrastruttura da far saltare, come prevede l’articolo 101 della legge di stabilità 2014. Era quasi scontato che la scure del ministero dei Trasporti si abbattesse sul potenziamento del tram Milano-Limbiate che, tra le varie grane accumulate negli anni, viaggiava senza i fondi di due soci dell’operazione: la Provincia di Monza e il Comune di Varedo. In assenza di altri benefattori (Regione Lombardia si è sempre tirata indietro) la rotaia veloce era destinata a rimanere sulla carta. Finché, qualche giorno fa, la Provincia di Monza ha messo a segno la vendita della vecchia caserma dei vigili del fuoco per 1,8 milioni di euro. Somma che ora il presidente Gigi Ponti vorrebbe girare sul conto della Milano-Limbiate.

Si apre così uno spiraglio per il tram veloce della Brianza, ma quante probabilità ci sono che il progetto arrivi in porto? Innanzitutto, bisogna convincere Varedo a siglare un assegno da 80mila euro, la cifra mancante per raggiungere i 40 milioni di euro che spettano agli enti locali. Altri 60 milioni di euro arrivano da Roma, tanti quanti quelli che si cercano per Expo, per un totale di 100 milioni. Tuttavia la linea non è salva neppure se avesse in portafoglio tutti i soldi per la costruzione, perché, come ricorda l’attuale assessore ai Trasporti della Provincia di Milano, Franco De Angelis, «partirà senza materiale rotabile», cioè senza nuove carrozze. Inoltre, i cantieri non aprirebbero in tempi stretti, requisito necessario perché il ministero dei Trasporti consideri l’opera «cantierabile», quindi salva. E il comitato in difesa del tram teme che con il passaggio dei poteri dalla Provincia alla città metropolitana il progetto finisca su un binario morto. «A Milano le metrotranvie non sono mai interessate», accusa il presidente, Salvatore Miletta. L’ultima parola ora spetta a Roma.

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