Sfregiato con l'acido, 25enne dimesso dopo tre mesi dal Niguarda: caccia all'aggressore

Il 25enne è stato sfregiato da una mano ignota nella notte fra l'1 e il 2 novembre. Finiti quindi un lungo periodo di ricovero e operazioni chirurgiche al Niguarda per lo studente di Economia all'Università Bicocca di Milano

Alexander Boettcher accompagnato da carabinieri e penitenziaria in tribunale a Milano

MILANO 27/01/2015 - TRIBUNALE UDIENZA PROCESSO A CARICO LEVATO MARTINA E BOETTCHER ALEXANDER DAVID GIULIO RESPONSABILI DELL AGGRESSIONE CON ACIDO A PIETRO BARBINI IN VIA CARCANO - BOETTCHER ALEXANDER DAVID GIULIO - FOTO FURLAN/NEWPRESS PER LUCIDI TOGNOLATTI FACHIN

Per approfondire:

Milano, 30 gennaio 2015 - Aggredito con l'acido oltre tre mesi fa, esce dall'ospedale Stefano S., il 25enne sfregiato da una mano ignota nella notte fra l'1 e il 2 novembre. Finiti quindi un lungo periodo di ricovero e operazioni chirurgiche al Niguarda per lo studente di Economia all'Università Bicocca di Milano, rimasto sfigurato dall'acido muriatico. I legali del giovane e dei suoi familiari, gli avvocati Andrea Orabona e Benedetta Maggioni, sono andati in Procura per parlare con gli inquirenti che indagano sul procedimento a carico della studentessa bocconiana Martina Levato e del broker immobiliare Alexander Boettcher. I due sono a processo per aver aggredito con dell'acido il 22enne Pietro Barbini a dicembre e sono indagati anche per un altro tentativo di aggressione a metà novembre nei confronti del giovane, Giuliano C.

Da quanto è stato riferito, Stefano S., che rischia di perdere la funzionalità di un occhio e che ha subito gravi ustioni su tutto il volto, è stato dimesso ieri dall'ospedale Niguarda ed è tornato a casa. Come hanno spiegato i suoi legali, il ragazzo nei prossimi giorni dovrebbe testimoniare davanti a pm e investigatori in relazione all'aggressione subita. Il fascicolo su questo caso è ancora aperto e a carico di ignoti, assegnato al pm Cecilia Vassena. I legali, però, hanno incontrato il pm Musso, titolare dell'inchiesta sulla cosiddetta "coppia diabolica" assieme all'aggiunto Alberto Nobili, per capire se ci sarà un coordinamento delle indagini e se anche questo fascicolo verrà seguito dal pm Musso. E hanno chiesto di poter accedere agli atti del processo a carico di Levato e Boettcher. A Barbini, tra l'altro, sentito nei giorni scorsi a verbale, è stato chiesto se conoscesse Stefano S., e lui ha risposto: «Non l'ho mai conosciuto ma so che abbiamo alcuni amici in comune». E ha chiarito di aver saputo di questa «comune conoscenza solo dopo la mia aggressione» e da una ragazza su Facebook.

SIGILLI SU APPARTAMENTO DI ALEXANDRER - Nel frattempo il Tribunale di Milano ha disposto il sequestro di un appartamento sul quale Alexander Boettcher aveva il diritto di usufrutto. Un sequestro che va ad aggiungersi a quelli dei giorni scorsi, relativi a due case di proprietà di Boettcher e stabiliti in un provvedimento firmato dal collegio della nona sezione penale, presieduto dal giudice Anna Introini. Era stato l'avvocato Paolo Tosoni, legale di parte civile che rappresenta il 22enne Pietro Barbini e i suoi genitori, a chiedere ai giudici, davanti ai quali è in corso il processo a carico della studentessa bocconiana e del broker, il sequestro conservativo dei beni della coppia ai fini del risarcimento del danno. Il sequestro ha riguardato, però, solo i due appartamenti del broker e anche l'usufrutto su una terza casa, perché non risultano proprietà intestate alla studentessa. Nella loro ordinanza i giudici hanno evidenziato i fondati indizi di reato a carico dei due imputati, a processo con rito abbreviato, per i quali è presumibile, secondo il collegio, la condanna per lesioni gravissime ad una pena detentiva e al risarcimento dei danni alla vittima.