Morto durante arresto a Milano, assolti in Appello i 4 poliziotti

Caso Ferrulli, assoluzioni in primo grado confermate anche in secondo. La Procura generale aveva chiesto pene tra i 16 mesi e i 7 anni ed 8 mesi. La figlia: "Perde l'Italia intera ma noi andremo avanti"

Michelle Ferrulli (Newpress)

Michelle Ferrulli (Newpress)

Milano, 23 maggio 2016 - Assoluzioni confermate in secondo grado per i 4 agenti di polizia imputati nel caso Ferrulli. Lo ha deciso la corte d'Assise d'Appello nel processo per omicidio preterintenzionale in relazione alla morte di Michele Ferrulli, manovale di 51 anni deceduto per arresto cardiaco il 30 giugno 2011 a Milano, mentre gli uomini delle Volanti lo stavano ammanettando a terra in via Varsavia nel corso di un intervento per schiamazzi. I quattro agenti erano in aula al momento del verdetto e alcuni familiari e amici degli imputati hanno accolto la sentenza con gesti ed espressioni di gioia. In aula c'era anche la figlia di Michele Ferrulli, Domenica, e con lei anche Lucia Uva, la sorella di Giuseppe Uva, morto nel 2008 all'ospedale di Varese dopo aver trascorso parte della notte nella caserma dei carabinieri (il processo di primo grado è finito con l'assoluzione di due carabinieri e sei poliziotti).

Anche in primo grado, il 3 luglio 2014, gli agenti erano stati assolti. Allora il pm aveva chiesto per i quattro 7 anni di carcere. In secondo grado la Procura generale, con il sostituto pg di Milano Tiziano Masini, aveva chiesto di ribaltare il primo verdetto e di condannare i poliziotti a pene comprese tra i 16 mesi e i 7 anni ed 8 mesi distinguendo le responsabilità e le accuse di omicidio preterintenzionale e colposo. Richiesta respinta dalla Corte presieduta da Sergio Silocchi.

L'ACCUSA - L'accusa originaria di omicidio preterintenzionale, secondo il pg, andava infatti mantenuta solo nei confronti di due poliziotti, Francesco Ercoli e Michele Lucchetti, che intervennero per primi. Per loro era stata chiesta una condanna a 7 anni e 8 mesi comprensiva anche dell'accusa di falso. Mentre gli altri due, Roberto Stefano Piva e Sebastiano Cannizzo,arrivati dopo sul posto, dovevano essere condannati per la pubblica accusa rispettivamente a 16 e 18 mesi per omicidio colposo con eccesso colposo nell'uso dei mezzi di coazione fisica. I giudici pero' hanno accolto le tesi della difesa rappresentata dagli avvocati Massimo Pellicciotta e Paolo Siniscalchi. La famiglia di Ferrulli a cominciare dalla figlia Domenica, aveva sperato in un esito diverso dopo che la Corte aveva accolto la loro richiesta di una perizia medico - legale. Ad ogni modo Cristina Riva, il medico che ha svolto gli accertamenti, affermando che e' impossibile stabilire con certezza la causa delle lesioni, aveva sostenuto che queste fossero dovute a un impatto del corpo con la strada e non a colpi di manganello. E, in ogni caso, le lesioni erano troppo lievi per provocare la morte. Per contro nella requisitoria il pg Tiziano Masini aveva affermato che i quattro avrebbero effettuato "un arresto illegale e arbitrario" e cio' anche perche' ad un "oltraggio a pubblico ufficiale, per cui non e' previsto il provvedimento, non possono seguire addirittura violenze da parte delle forze dell'ordine".

REAZIONI - «È una sentenza vergognosa arrivata solo perchè sul banco degli imputati c'erano quattro appartenenti alle forze dell'ordine. Con questa sentenza perde l'Italia intera, ma noi non ci fermeremo e andremo avanti perché mio padre deve avere giustizia». Lo ha detto, commossa con le lacrime agli occhi, Domenica Ferrulli, figlia di Michele. Per gli avvocati difensori Massimo Pellicciotta e Paolo Siniscalchi, «la verità trionfa sempre e questo era un processo in cui il fatto era prevalente su tutto». I difensori hanno sottolineato come «per fortuna c'era un video che ha fatto giustizia sull'emotività e sulle suggestioni». Il riferimento è a un filmato che ha ripreso la scena dell'arresto ed è stato acquisito agli atti dell'inchiesta e dei processi. I legali dei poliziotti, avevano spiegato inoltre che «in questo processo abbiamo soltanto che gli agenti hanno svolto il loro dovere e che non avevano a disposizione un monitor per controllare la pressione di Ferrulli ad ogni istante». La difesa aveva anche chiarito che l'arresto era stato legittimo perché Ferrulli quella sera era minaccioso e «aggressivo».

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