Allarme sfratti: padre, madre e due figlie costretti a vivere in un furgone

L’orgoglio degli onesti: "Non prenderemo mai gli alloggi altrui" di Marianna Vazzana

Mamma Maria Sorrentino con le due figlie mentre sistema il letto improvvisato all’interno del furgone (Newpress)

Mamma Maria Sorrentino con le due figlie mentre sistema il letto improvvisato all’interno del furgone (Newpress)

Milano, 4 marzo 2015 - Un furgone giallo parcheggiato a bordo strada è la casa della famiglia Sorrentino: papà, mamma e sei figli, tra cui quattro minorenni. Quando si spalanca la portiera, per terra spuntano materassi. Mentre su un lato sono appesi vestiti e un accappatoio. «Viviamo così da un anno, da quando è arrivato lo sfratto per morosità», racconta Maria, la mamma, 41 anni. I “grandi” dormono nel furgone, i piccoli sono ospitati da una zia durante la notte. I guai sono cominciati quando entrambi i genitori, milanesi, si sono ritrovati senza lavoro: Andrea, il papà, anche lui di 41 anni, lavorava nel campo dell’edilizia, mentre Maria si occupava di pulizie.

Fino al 2011 la famiglia abitava vicino Corbetta in un alloggio di proprietà (con un mutuo sulle spalle). Poi la decisione di vendere e di partire alla volta di Milano «per dare un futuro migliore ai nostri figli», sottolinea Maria. Ma quando il lavoro è venuto a mancare «abbiamo perso tutto, poco a poco». A un certo punto pagare l’affitto è diventato impossibile. Dopo lo sfratto, a marzo 2014, il furgone è stata l’ultima spiaggia. «Non abbiamo intenzione di occupare un appartamento», ripete con orgoglio la donna. La famiglia ha presentato regolare domanda per una casa popolare. «In graduatoria, la posizione è 410 – precisa Veronica Puja, del sindacato Sicet – ma la famiglia non è ancora stata contattata per l’assegnazione di una casa. In più è stata presentata domanda per un alloggio in deroga, ma è stata respinta. Abbiamo fatto ricorso a maggio dello scorso anno e stiamo ancora aspettando risposta». Oggi il papà si arrangia con lavoretti, la mamma fa la spola tra le case dei parenti, le scuole e la “casa” mobile parcheggiata in zona Lorenteggio.

Unica luce Schalyen, la figlia maggiore, 21 anni, ha trovato lavoro: «Farò la lavapiatti nei Padiglioni Expo», dice. La sorella Andrea, 18 anni, è in cerca di occupazione. La terzogenita, 11 anni, frequenta la scuola media di Corsico. Mentre il maschietto di 8 anni e le gemelline di 5 sono iscritti alla scuola primaria e dell’infanzia di via Anemoni. «Dopo la scuola li accompagno dalla zia e ceniamo insieme. Verso mezzanotte io, mio marito e le due figlie grandi torniamo sul furgone. Al mattino ci alziamo presto e andiamo dai bambini. Per lavarci ci appoggiamo dai parenti». Per quanto potranno andare avanti? «Li aiuteremo di sicuro – afferma l’assessore comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino –. Non tolleriamo una situazione di questo tipo». Fermo restando che per l’eventuale assegnazione di una casa popolare bisognerà rispettare l’iter già in corso. L’assessorato, in ogni caso, ha contattato Maria già ieri pomeriggio. La famiglia è supportata da Giovanni Esposito, consigliere di Zona 6 di Forza Italia. E Giulio Gallera, sottosegretario di Regione Lombardia al coordinamento di Aler Milano, incontrerà la famiglia domani.

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