Messaggi audio e burocrazia: Expo, corsa per riavviare i cluster

Inaugurato quello del riso. Prezzi dei ristoranti, Sala: «Convenzioni per gli studenti»

L’inaugurazione del cluster del riso a Expo (Foto Omnimilano)

L’inaugurazione del cluster del riso a Expo (Foto Omnimilano)

Milano, 6 maggio 2015 - Messaggi audio per attirare i visitatori verso i cluster e i padiglioni che non si trovano lungo il percorso principale del sito e supporto per velocizzare le pratiche burocratiche per i Paesi che ancora non hanno allestito i propri spazi. Ecco come Expo spa cercherà di far decollare i cluster, la novità di questa Esposizione universale, gli spazi che nei primi giorni di Expo hanno faticato di più. Intanto, ieri è stato inaugurato dal ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, il cluster del riso, dove sono presenti Bangladesh, Cambogia, Sierra Leone, Myanmar, Repubblica popolare democratica del Laos e quelli dell’ente di formazione della risicoltura in India, Basmati University. I pannelli didattici sul riso sono stati curati dall’università Bicocca. «Abbiamo voluto raccontare come il riso è stato domesticato – afferma Massimo Labra, docente della Bicocca –, come è passato da essere selvatico ad essere una delle principali fonti alimentari nel mondo».

All'interno del cluster l’unica presenza italiana è quella di Scotti, sponsor del progetto. Mentre l’Ente risicolo nazionale ha un proprio spazio all’interno di Cibus, il padiglione di Federalimentare. I produttori risicoli italiani già non avevano manifestato entusiasmo per i costi degli spazi e hanno definitivamente rifiutato dopo l’annuncio della presenza di Paesi come Myanmar e Cambogia, con la richiesta di dazi doganali più forti all’Unione europea. Negli altri cluster, invece, si lavora per renderli completi. Alcune porte chiuse, lavori in corso negli allestimenti sia interni ai singoli spazi dei Paesi che in quelle comuni, pochissimi visitatori. Una scena abituale negli ultimi giorni nel cluster, soprattutto quelli che non sono posizionati lungo il Decumano. Sono 48 su 65 gli spazi già aperti, per alcuni gli allestimenti sarebbero bloccati nelle dogane. «Sono attivi tre quarti dei Paesi presenti – afferma Giuseppe Sala, commissario unico di Expo –. Il problema principale, nel 90 per cento dei casi, sta nelle difficoltà a far arrivare gli allestimenti dai Paesi interessati. Stiamo dando supporto: favoriremo il trasporto aereo, anziché quello su nave. Nel giro di dieci-quindici giorni, comunque, saranno tutti aperti».

I cluster Zone aride, Isole mare e cibo e Bio-Mediterraneo non sono posizionati sul Decumano e hanno registrato nei primi giorni di apertura affluenze molto basse rispetto agli altri cluster. Nei prossimi giorni verrà montata la segnaletica, ma non è l’unica soluzione in cantiere: «Saranno fondamentali i messaggi audio che stiamo predisponendo – continua Giuseppe Sala –. I visitatori verranno informati degli eventi e delle attività all’interno dei cluster che non si trovano sul Decumano. Non è stato sbagliato aspettare ad installare la cartellonistica: così abbiamo potuto capire quali sono realmente le esigenze dei visitatori». Nel frattempo molti visitatori si sono lamentati dei costi medi dei ristoranti considerati troppo alti: «Ci siamo dati un paio di giorni per fare una verifica – continua Giuseppe Sala –. Poi convocheremo i responsabili dei ristoranti o andremo a trovarli. Ho visto prezzi decenti, ma ci sono anche situazioni effettivamente esagerate. Sul sito i prezzi sono del 20 per cento più alti che in città? È possibile. Qui i costi per il trasporto delle merci sono più alti. La notte deve essere fatto tutto in pochissime ore e se un camion arriva a mezzanotte per le code può aspettare anche fino alle 2.30 per entrare. Comunque chiederemo anche di stipulare convenzioni per i ragazzi che arrivano con le scuole».

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