Expo, l’allarme dei costruttori: "Impatto bassissimo sulle imprese lombarde"

A Milano e Brianza solo il 9,5 per cento degli appalti di Massimiliano Mingoia

Expo (foto Ansa)

Expo (foto Ansa)

Milano, 23 settembre 2014 - Expo evento scaccia-crisi per Milano e Comuni limifrofi? Macché. A leggere i dati illustrati ieri durante l’assemblea dell’Assimpredil-Ance, l’associazione che raggruppa i costruttori edili, gli appalti per l’Esposizione universale 2015 stanno arricchendo soprattutto le imprese più lontane dal territorio che ospiterà la manifestazione. Solo il 9,5 per cento degli importi aggiudicati per le opere (23 bandi) è andato a imprese di Milano, Monza-Brianza e Lodi, il territorio monitorato da Assimpredil. In termini assoluti, su 444 milioni di euro (23 bandi), appena 42 milioni di euro (6 bandi). Insomma, le briciole. Non va molto meglio se si considerano tutti gli importi degli appalti che riguardano Milano città. Le imprese edili delle tre province sopraelencate ne hanno conquistati il 33 per cento, appena uno ogni tre.

Numeri allarmanti, visti in una prospettiva esclusivamente territoriale. Il presidente di Assimpredil-Ance Claudio De Albertis li spiega così, a margine dell’assemblea: «Ci sono due segnali che ci devono far riflettere. Il primo: forse sul nostro territorio le imprese hanno perso il passo. C’è un nanismo, ci sono tante aziende, medie e piccole, che non hanno capito che cambiava il vento. Il secondo: ci viene il dubbio che imprese che arrivano da altre parti del territorio abbiamo comportamenti elusivi se non addirittura illegali». Concetto ribadito a chiare lettere anche nel corso dell’intervento dal palco, in cui il numero uno dell’associazione dei costruttori, sempre in tema di investimenti legati all’Expo, ha parlato di «sistemi più o meno leciti nella competizione». Termini pesanti. Cosa intende esattamente De Albertis? È lui stesso a precisarlo: «Sul rapporto di lavoro abbiamo riscontrato esecuzioni di lavori edili con contratti non edili, l’utilizzo di contratti a progetto che non riguardano il settore, lavoratori che arrivano da imprese estere e rappresentano un’operazione di dumping pericolosissima per il costo del lavoro. Non parlo solo degli appalti Expo».

L'allarme dei costruttori ormai è diventato seriale. Negli ultimi sei anni il settore edile ha registrato solo segni negativi. Il mercato è in caduta libera. Lo dicono le cifre: «Dal settembre 2008 a oggi — afferma De Albertis — il nostro settore ha perso il 30 per cento della capacità produttiva nel nostro contesto territoriale, sia in termini di imprese che di lavoratori. In sei hanno sono scomparse 3.500 imprese edili e sono usciti dal settore 60mila occupati. Nel Comune di Milano in tre anni la slp oggetto di concessioni edilizie si è contratta del 50 per cento. Meno cantieri per la nuova costruzione e per la riqualificazione. Siamo preoccupati anche per il futuro del dopo Expo». La chiosa è netta: «Se non riparte il settore delle costruzioni il Paese non riparte».

L'assemblea di Assimpredil-Ance è chiusa dal sindaco Giuliano Pisapia. Il suo è un intervento all’insegna del dialogo: «Se non marciamo insieme faremo solo passi indietro. In Giunta abbiamo approvato un nuovo regolamento edilizio. Dopo 15 anni la città ha a disposizione uno strumento più snello. Il rammarico mio e dei miei assessori, però, è non essere ancora riusciti a incidere sulla semplificazione burocratica e sull’eliminazione di mille cavilli».

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net

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