Vino, è la carica dei «chiaretti». Ora la Lombardia brinda in rosa

Da Brescia e Pavia le nuove etichette eccellenti. E l’export vola. Regione terza classificata nei "Campionati italiani" a Otranto in Puglia. Primo il Veneto, seconda la regione del Tacco d'Italia di Simona Ballatore

Alcune medaglie d'oro dei vini rosati ai Campionati italiani di Otranto

Alcune medaglie d'oro dei vini rosati ai Campionati italiani di Otranto

Brescia, 19 luglio 2014 - Vietato chiamarlo “pallido”. Il vino rosato made in Italy ha carattere e sta crescendo sul mercato internazionale, facendo registrare un segno più nella produzione e nell’esportazione. Nella squadra nazionale anche le cantine lombarde giocano un ruolo strategico. Lo hanno confermato gli ultimi «Campionati italiani », giunti quest’anno alla terza edizione. In Puglia, nella cornice del Castello aragonese di Otranto, si è tenuto il Concorso Rosati d’Italia promosso dall’assessorato alle Risorse agroalimentari della Regione. Fra le 245 cantine di tutta Italia, per un totale di 319 etichette, ventisei eccellenze lombarde hanno tentato di conquistare la giuria. Diciotto di loro hanno ottenuto il diploma di merito, con una valutazione di almeno 80/100. Tre le medaglie — un oro e due bronzi — che hanno permesso alla Lombardia di salire sul terzo gradino del podio, dietro la Puglia (un oro, due argenti e due bronzi) e al Veneto (campione assoluto con tre ori, un argento e un bronzo). «Ca’ Maiol», il chiaretto 2013 dell’Agricola Provenza di Desenzano del Garda, nel Bresciano, è stato incoronato nella categoria tranquilli doc e dop; la stessa categoria in cui a Moniga del Garda l’azienda Civielle ha strappato il bronzo con il suo «Selene». Secondo bronzo per il Pinot nero extra dry rosato «Cuvee Eleonora Giorgi» della cantina Giorgi di Canneto Pavese, che si è distinto nella categoria dedicata agli spumanti rosati a indicazione geografica tipica e vini spumanti di qualità rosati. All’iniziativa hanno partecipato anche un’azienda agricola di Mantova e una di Monza e Brianza.

«Il concorso si propone come vetrina di prestigio – sottolinea l’assessore pugliese Fabrizio Nardoni, presidente della Commissione politiche agricole della conferenza delle Regioni – per esaltare una qualità enologica, quella del vino rosato made in Italy, che negli ultimi anni ha avuto un trend di crescita costante. Presto vareremo anche una serie di iniziative per promuovere, in Italia e all’estero, i medagliati », anche in vista dell’Expo di Milano che pone al centro il tema del cibo. Perché il “rosa” spicca sulla tavolozza delle eccellenze italiche e piace all’estero. I dati confermano l’ottimo stato di salute: «I rosé rappresentano oltre il 9% della produzione mondiale di vino. La maggior parte del vino rosato arriva da Francia, Italia, Stati Uniti, Spagna e Germania che, insieme, rappresentano l’88% della produzione mondiale—sottolinea Federico Castellucci, direttore generale dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino —. L’Italia ha aumentato la sua quota di export in questi dieci anni dal 26% al 40%, è il più forte importatore con un ottimo rapporto qualità/prezzo». Mercato in crescita, alla faccia della crisi. Ma se siamo i primi esportatori, in fatto di consumo siamo solo quinti. Insomma, non si è mai profeti in patria. «Ora bisogna convincere anche gli italiani che il vino rosato è un ottimo prodotto, che consumarlo è cool e che è un vino per tutte le stagioni», concludono gli organizzatori del concorso. simona.ballatore@ilgiorno.net