Progressi nei lavori, balletto per cifre: il sito Open Expo ha ritardi "forzati"

Il commissario Sala: siamo al 90%. Raddoppiati gli operai sul Cardo. Il portale della trasparenza impiega settimane per mettere in rete i dati per via delle procedure amministrative

Il cantiere di Rho dove si svolgerà Expo

Il cantiere di Rho dove si svolgerà Expo

Milano, 16 marzo 2015 - A un mese e mezzo dall’inaugurazione, l’avanzamento del cantiere di Expo è un balletto di numeri. Mentre il dato sugli oltre cinquemila operai al lavoro va corretto al rialzo, tra i rinforzi spediti ad accelerare i padiglioni del Cardo e l’arrivo delle maestranze per gli allestimenti, manca una quadra sullo stadio raggiunto dalle opere del sito di Rho-Pero. «Non si può fare una percentuale esatta dell’avanzamento dei lavori – aveva dichiarato qualche giorno fa il commissario unico dell’evento, Giuseppe Sala – ma siamo obiettivamente intorno al 90%. I lavori sono quasi completati per quanto riguarda le infrastrutture» e, tra i Paesi ospiti, «pochi sono in ritardo».

L’altra fotografia è quella di una fonte altrettanto ufficiale: il sito Open Expo. Creato per rendere pubblici i dati relativi all’evento, monitora attraverso un apposito cruscotto lo stato del cantiere. E il punto è meno lusinghiero. I numeri: l’indice globale di avanzamento temporale (ossia il rapporto tra i giorni lavorati rispetto a quelli previsti dai contratti) è all’82%; l’indice globale di avanzamento dei lavori (che mette in relazione gli stati avanzamento lavori, sal, emessi mensilmente per il pagamento delle prestazioni, e quelli complessivi) è al 55%; infine, l’indice di potenziale ritardo, ottenuto dal rapporto dei precedenti dati, che, recita il sito, «dice quanto il procedere dei lavori sia in linea con il trascorrere del tempo», è in negativo: -37. Vuol dire che, stando ai dati Open Expo, il progresso delle opere realizzate è inferiore al numero di giornate lavorate. E questo solo per i 34 appalti in mano a Expo spa, analizzati dal portale, che non prende in esame i 53 padiglioni dei Paesi ospiti.

Quindi, chi ha ragione? «C’è un certo ritardo nella contabilità di Open Expo», spiegava Sala a chiosa del suo «90%». Giovanni Menduni, professore del Politecnico di Milano e project manager di Open Expo per l’associazione Wikitalia, conferma: il portale pubblica i dati quando questi «sono stati registrati a livello amministrativo», quindi sono ufficiali. Non è, di fatto, un cruscotto lavori dal vivo, ma ha un fuso orario che può superare il mese tra quando il mattone viene posato e il momento in cui il sito internet registra il progresso dei lavori. «Questo gap è forzato», precisa il docente, per quanto la pubblicazione dei dati acquisiti (da dicembre a cura della stessa Expo spa, dopo che è scaduta la convenzione con Wikitalia) sia immediata, entro 48 ore. 

Tuttavia, al netto dello sfasamento temporale sui sal, la pubblicazione del numero di giorni contrattuali evidenzia quanti appalti hanno sforato i tempi. La consegna del Padiglione Zero e dell’Expo center, ad esempio, era fissata 395 giorni dopo la data di inizio, il 18 dicembre 2013, quindi a gennaio di quest’anno, ma gli operai sono ancora alle prese con il rivestimento delle cupole. Ha accumulato ritardi anche la costruzione dei palazzi del Cardo, specie nella zona sud, dove saranno ospitate le regioni, tanto che Expo spa ha dovuto raddoppiare le maestranze, «150 persone», precisa Sala. Sul sito Open Expo ci sono ancora buchi relativi alle gare d’appalto degli anni precedenti al 2013. Si attendono da fine novembre. «Mancano dati e annate per poter parlare di trasparenza», scriveva Riccardo Luna, presidente di Wikitalia e uno dei promotori del sito. Tocca a Expo spa metterli in rete. Tempo fa un sollecito era arrivato anche dal presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone.

luca.zorloni@ilgiorno.net 

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