Pronte le cupole del Padiglione Zero, la porta di ingresso ai tesori di Expo

Vasi antichi, cupole e animali di cartapesta: a Expo il gran teatro del Padiglione Zero. Dopo gli intoppi dei mesi scorsi, procede ora l'allestimento della costruzione

Il rendering del Padiglione Zero di Expo

Il rendering del Padiglione Zero di Expo

Milano, 26 febbraio 2015 - Le cupole in legno, modellate sulle curve dei colli Euganei, sono finite. I lavori del Padiglione Zero, che sarà il cancello di Expo, la mostra-simbolo per via del suo racconto del rapporto tra uomo, natura e cibo a chiosa dello slogan «Nutrire il pianeta», si sono ormai trasferiti fuori dal cantiere di Rho-Pero. In una costellazione di laboratori artigianali dove si stanno costruendo le scenografie, immaginate dal regista Davide Rampello e progettate dall’architetto Michele De Lucchi. «Stanno realizzando il porticato, alto oltre 20 metri, che accoglierà i visitatori all’ingresso», spiega De Lucchi riferendosi alla facciata in legno, ispirata a quelle dei palazzi rinascimentali e suddivisa in tanti cassetti, simbolo della memoria, che costituisce la prima attenzione del padiglione. Ancora, prosegue l’architetto, «stiamo facendo scolpire gli animali in cartapesta» che in una delle dodici stanze, o «grotte», come piace definirle ai creatori, comporranno la sala dedicata all’allevamento.

Nel frattempo è partita anche la gara d’appalto per riempire la quinta stazione, detta dei contenitori. Expo ha pubblicato un bando da 150mila euro per individuare la società che entro aprile consegnerà a Rho-Pero i 35 vasi antichi richiesti da musei di tutto il mondo. Si va da una serie di sette bottiglie rinvenute negli scavi di Pompei e oggi conservate a Napoli a un sacchetto per granaglie usato dagli Egizi, sotto vetro a Torino, da una coppa con fattezze umane scolpita in Niger, nelle collezioni del museo Quai Branly di Parigi, a un calice rituale siberiano in arrivo da San Pietroburgo. Valore complessivo del tesoro antico per le assicurazioni: circa 3,2 milioni di euro.  Situato nell’ala ovest del parco espositivo, dove arriverà il 70% dei 20 milioni di visitatori attesi, il Padiglione Zero è il biglietto da visita dell’Esposizione universale di Milano. Tuttavia, come le altre opere in costruzione, nei mesi scorsi ha subito una serie di intoppi. A cominciare dalle semplificazioni decise la scorsa estate, per accelerare la realizzazione dell’opera. Poi, a metà ottobre, la tegola del fallimento della cooperativa Cesi, capofila del raggruppamento temporaneo di imprese che aveva vinto l’appalto per la costruzione sia del Padiglione Zero sia dell’Expo Center, il centro congressi poco distante, che imita la stessa struttura a cupole di legno. Nel complesso, lavori per circa 24 milioni di euro, aggiudicati con un ribasso del 27% rispetto alla base d’asta. Il Padiglione Zero è sempre stato sotto la lente di Expo spa. Il commissario unico dell’evento, Giuseppe Sala, non ha mai nascosto di essere più affezionato a questa installazione che all’icona di Padiglione Italia, l’Albero della vita ideato da Marco Balich. «È il vero simbolo di Expo», va ripetendo. E oltretutto è dotato di un personale albero della vita, neanche troppo più piccolo: una ventina di metri contro i 35 della torre degli effetti speciali.

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