Expo, Palazzo Italia sorvegliato speciale: corsa contro il tempo per la mostra

La staffetta degli allestimenti interni. Smontate le gru all’esterno

COSTRUZIONE La sagoma di Palazzo Italia: la parte esterna è ormai completata, tanto che sono sparite le alte gru intorno

COSTRUZIONE La sagoma di Palazzo Italia: la parte esterna è ormai completata, tanto che sono sparite le alte gru intorno

Milano, 25 aprile 2015 - Il semaforo verde è arrivato solo due giorni fa. Si tratta dell’ok che i disegnatori dei pannelli che compongono la mostra di Palazzo Italia attendevano dalla direzione artistica del padiglione per mandare in produzione le scenografie. Nel mezzo, progetti rivisti più e più volte. Fino a 74 modifiche per l’allestimento di una serie di pannelli, come riferiscono fonti interne al cantiere di Palazzo Italia. Si tratta dell’ennesima corsa contro il tempo a meno di una settimana dall’inaugurazione dell’Esposizione universale di Milano. Sei giorni, per la precisione, separano dal taglio del nastro. All’esterno il padiglione nazionale è terminato, rivestito con la pelle di cemento candido che imita i rami di una foresta. Anche le alte gru che svettavano sull’edificio sono state smontate. Operazione delicata, nel termitaio da circa novemila operai che ormai è diventato il cantiere di Rho-Pero. Sono rimasti mezzi più piccoli, per la lista di lavori ancora da spuntare.

Il punto critico è l’interno, con l’allestimento della mostra ideata dal regista Marco Balich. Se ormai i tecnici escludono di poter consegnare in tempo per l’inaugurazione gli uffici del palazzo e l’auditorium, l’obiettivo è di aprire integralmente il percorso dei visitatori. Tuttavia, sarà una cosa disperata: la produzione delle scenografie è stata rimandata all’ultimo momento e nei prossimi giorni nel palazzo dovranno entrare i tecnici per i collaudi (il Padiglione Italia, in quanto struttura stabile, richiede una certificazione terza) e le forze dell’ordine per la bonifica del sito. E va messo in conto il tempo destinato alla consegna delle sei opere d’arte, dalla «Vucciria» di Renato Guttuso a «l’Ortolano» di Giuseppe Arcimboldo, che saranno esposte nei sei mesi.

Sul Cardo nord è iniziata da due giorni l’asfaltatura, sfruttando il cielo sereno, mentre a sud, nell’area più critica del complesso di Padiglione Italia, il passaggio deve essere lasciato libero per gli operai che tentato di portare in pari la costruzione. In quest’ala hanno casa molti degli sponsor di Padiglione Italia, quelli che, secondo stime non confermate ufficialmente, avrebbero permesso di raddoppiare il budget di 63 milioni di euro messo a disposizione dal governo. Nel complesso, sarebbero 30 su 54 i padiglioni conclusi nel parco espositivo, come spiegato qualche giorno fa dal commissario unico, Giuseppe Sala.

Ieri il manager ha precisato che «entro il primo maggio saremo nelle condizioni di aprire con tutti i padiglioni visitabili, a partire da quello italiano». Il Nepal avrebbe recuperato terreno, l’Ecuador in un mese e mezzo ha completato le costruzioni, mentre la Cina boccheggia nella staffetta finale. Tra i palazzi già pronti, quello del regno del Bahrain: un dedalo di duemila metri quadri, costato 8 milioni di euro e appaltato alla ditta vimercatese Restaura, piantumato con alberi e arbusti dell’arcipelago del Golfo. Dopo l’evento, il padiglione sarà installato sul lungomare della capitale del regno, Manama, mentre il giardino sarà diviso tra gli orti botanici della città.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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