Il padiglione si smonta e si ricicla. E Coca-Cola lo regala agli sportivi

Avanti i lavori del palazzo, che non avrà l'aria condizionata grazie a una struttura eco-sostenibile. "L'obiettivo è dimostrare l'impegno per la sostenibilità e il legame con i territori della multinazionale" di Cosimo Firenzani

Il padiglione della Coca Cola a Expo

Il padiglione della Coca Cola a Expo

Milano, 5 marzo 2015 - Un padiglione nato per essere rimontato in un altro luogo: una volta finito Expo i pezzi saranno caricati su cinque camion e verranno ricomposti in un’altra zona di Milano per diventare un campo da basket coperto e pubblico. Sul padiglione della Coca-Cola i lavori procedono 24 ore su 24 con una media di 50 operai a turno e dovrebbero chiudersi entro la fine di marzo. La multinazionale, oltre ad essere partner di Expo, ha deciso di partecipare con una propria struttura a pochi metri dal padiglione di Padiglione Italia e della Lake Arena. L’obiettivo è mostrare al mondo, attraverso tre aree tematiche, «l’attività della società – come spiegano gli organizzatori – sotto il piano della sostenibilità, del legame con i territori e del sostegno ad uno stile di vita salutare».

Tra gli intenti dell’allestimento anche quello di sacralizzare la Contour, la celebre bottiglietta della Coca-Cola, nata cento anni fa da un’idea del designer americano Earl R. Dean e divenuta un’icona della cultura pop del XX secolo. La forma della bottiglietta sarà visibile sulla copertura laterale del padiglione, mentre una riproduzione farà da totem all’interno della struttura, come una statua. «Anche la struttura ha una forma semplice come quella di un tempio, nato per sacralizzare un’icona pop», afferma l’architetto Giampiero Peia, mostrando gli interventi all’interno del padiglione di 35 per 20 metri e alto 12. I lati nord e sud sono di vetro, mentre gli altri saranno ricoperti da cascate d’acqua. Il padiglione avrà come elementi principali legno, vetro e acqua e non avrà aria condizionata nelle aree pubbliche: «Abbiamo pensato a un sistema di aerazione e a un tipo di esposizione che consentirà di mantenere costante la temperatura all’interno – continua Peia –. Un tetto di verde naturale garantisce un ottimo isolamento termico degli ambienti interni. Se non l’unico, saremo uno dei pochi padiglioni a non avere l’aria condizionata, in nome dell’eco-sostenibilità. Ed è anche l’unico padiglione, spero di essere smentito, che sarà riutilizzato localmente». 

Un quarto dell’investimento (la somma totale verrà rivelata solo alla fine della manifestazione) è stato dedicato agli interventi per dare una seconda vita al padiglione. La Coca-Cola, per questo, è in contatto con il Comune di Milano per individuare una zona in cui possa sorgere il campo da basket senza loghi pubblicitari della società. «La nostra azienda da sempre è legata al mondo dello sport – afferma Kim Alexander, general manager di Coca-Cola per Expo – Ci sembra giusto che la nostra eredità fosse qualcosa di sportivo».