Padiglioni Expo, corsa contro i ritardi: «Doppio lavoro per fare in tempo» VIDEO

Il capo della task force: cantieri dentro e fuori le strutture. Ce la faremo. "Possibile ma non probabile che all'inaugurazione alcuni padiglioni di cinque o sei paesi manchino delle finiture" di Luca Zorloni

Marco Rettighieri di Italferr, sul cantiere Expo

Marco Rettighieri di Italferr, sul cantiere Expo

Milano, 24 marzo 2015 - Le colonne di camion e furgoni fuori dal cantiere di Expo si allungano per centinaia e centinaia di metri. Dentro al sito ormai lavorano «più di seimila operai», calcola il commissario unico, Giuseppe Sala. Alla consegna del parco espositivo mancano un mese e una manciata di giorni. A che punto sono arrivati i lavori? L’ultima stima riguarda le infrastrutture in carico a Expo Spa e affidate alla regia di Italferr, la società di ingegneria del gruppo Ferrovie dello Stato. «Siamo al 90% della realizzazione», dichiara l’amministratore delegato di Fs, Michele Elia. Facciamo un passo indietro: il 6 agosto dello scorso anno, dopo la burrasca giudiziaria, Expo Spa sostituisce Infrastrutture lombarde alla direzione lavori del cantiere e affida l’incarico a Italferr. La task force è guidata da Marco Rettighieri, ex uomo del Tav Torino- Lione, chiamato già a maggio in soccorso dell’Esposizione universale.

Il cantiere che si trovano davanti gli ingegneri dello Ferrovie la scorsa estate è in alto mare. A luglio 2014 le aree di servizio arrancavano al 10% della costruzione. Il padiglione simbolo di Expo, lo Zero, e il centro congressi erano solo disegni sulla carta. I padiglioni collettivi, i cluster, oscillavano tra il 2% e l’8% di avanzamento, mentre gli scavi per le fondazioni dei palazzi nazionali sfioravano appena il 10%. La diagnosi è che al maxi-cantiere manca una testa: sono i giorni in cui i Paesi ospiti iniziano a varcare i cancelli e il numero di operai fa un balzo in avanti. Otto mesi dopo, Italferr calcola che le aree di servizio sono al 95%, le fondazioni al 90%, i cluster tra 97% e 100%, il parco dei bambini al 70%.

«Consegneremo tutto per tempo », assicura l’ingegner Rettighieri. Anche se gli ultimi 38 giorni sono da perdere il sonno. Ormai si lavora in parallelo alla costruzione esterna e agli allestimenti. Sulle cupole del Padiglione Zero uomini-ragno posano le travi di copertura. È stata una delle croci del sito, per via del fallimento della cooperativa che si era aggiudicata l’appalto, la Cesi, tanto da richiedere semplificazioni per arrivare in tempo. «Ma quando parliamo di semplificazione del progetto intendiamo che abbiamo ottimizzato la costruzione, ma non ci sono state semplificazioni strutturali», precisa Rettighieri. Secondo Sala, «siamo indirizzati verso il completamento »: i padiglioni stranieri «saranno tutti completi all’esterno, mentre è possibile, ma non probabile, che manchino le finiture di cinque o sei». Argentina, Lituania, Turchia, Turkmenistan e Ungheria risultano i Paesi più indietro con i lavori. Allo stesso tempo, Expo ha portato a 500 uomini le maestranze impegnate sul Padiglione Italia, uno dei cantieri più complessi. La società di via Rovello ha firmato un’intesa da 7,5 milioni di euro per la cabina di regia di Italferr, cifra che dovrà essere confermata al momento del consuntivo. Quando toccherà anche rivedere il riconoscimento economico delle altre due società di ingegneria, Infrastrutture lombarde e Metropolitana milanese.