Gli 83 ministri a Expo: "Difendere Cultura e Natura da guerre, disastri e terrorismo"

Realizzata la Dichiarazione di Milano, Umberto Eco apre i lavori: "La conoscenza di culture non elimina l'odio ma può favorire la salvezza in un mondo sempre più globalizzato" FOTO - Eco e Franceschini in visita al Cenacolo / L'arrivo dei ministri a Expo / Renzi al summit internazionale / Il tavolo dei lavori VIDEO - Renzi: "La cultura darà lavoro"

Il ministro della Cultura Dario Franceschini

Il ministro della Cultura Dario Franceschini

Milano, 1 agosto 2015 - La Conferenza  Internazionale dei Ministri della Cultura che si e' svolta fra venerdì e sabato a Expo si e' conclusa con l'approvazione di una dichiarazione congiunta degli 83 paesi partecipanti. Ad aprire la conferenza in mattinata è stato il premio Nobel italiano Umberto Eco che ha sottolineato il ruolo dei ministri della Cultura: "Siete i protagonisti della mutua comprensione tra i popoli, state lavorando per il bene di tutti. Molti nei secoli si sono uccisi perchè non si conoscevano abbastanza. Voi siete i sostenitori e i promotori della conoscenza reciproca, quindi meritate il nostro ringraziamento". 

LA DICHIARAZIONE DI MILANO - Nella "Dichiarazione di Milano", sottoposta ai delegati dal ministro dei Beni e delle Attivita' Culturali Dario Franceschini, i ministri esprimono la loro "piu' ferma condanna all'uso della violenza contro il patrimonio culturale mondiale ed esortano al rispetto ed alla tolleranza reciproca, quale strumenti idonei al dialogo fra popoli". I ministri hanno inoltre espresso la loro solidarieta' alle nazioni colpite da catastrofi naturali, esortando la comunita' internazionale ad adoperarsi per la salvaguardia e il recupero dei beni culturali. "I ministri della cultura - recita la dichiarazione - rivolgono un appello alle Nazioni Unite e all'Unesco affinche' i principi del dialogo tra le culture, il rafforzamento della tolleranza ed il rispetto reciproco fra popoli e culture diverse siano mantenute al centro dell'azione della comunita' internazionale". "E' stato un evento straordinario. E' la prima volta nella storia che si incontrano cosi' tanti ministri della cultura - ha commentato al termine del summit il Ministro Franceschini -. C'e' stato, nel rispetto delle diversita', una vera condivisione che e' riportata nella dichiarazione finale. C'e' un impegno dei ministri della cultura a rafforzare la difesa del patrimonio quando viene colpito da calamita' naturali, da conflitti o da attacchi terroristici. Sensibilizziamo le organizzazioni internazionali a cominciare da Unesco e Nazoni Unite ad essere operativi su questa scelta".

"E' emersa anche la consapevolezza di avere un lavoro comune da fare - ha aggiunto il ministro italiano -. La globalizzazione ci spinge sempre di piu' al dialogo e alla conoscenza e questo incontro rimarra' per molto tempo. Per una volta, come Italia, dovremmo essere orgogliosi di aver organizzato questo incontro. Se c'e' stata una partecipazione cosi' vasta e' perche' fuori dai confini nazionali, il ruolo dell'Italia nella cultura e' riconosciuto molto di piu' che nel nostro paese".

UMBERTO ECO - "La conoscenza delle altre culture non elimina l'odio e la diffidenza per chi e diverso da noi, non fingiamoci anime belle pensando di salvare i bambini che muoiono di fame in Africa con un messaggio culturale - ha proseguito Eco - ma anche attraverso ciò negli anni si è scoperto che esistevano alcune situazioni. La comprensione interculturale può mitigare gli scontri e far nascere nuovi modelli di fratellanza. La conoscenza reciproca culturale può avere una funzione positiva ed essere uno, uno dei tanti elementi di salvezza per un mondo sempre più globalizzato".

"Ma non dimentichiamo che è stato anche su sollecitazioni culturali che tanti volontari sono partiti per prestare la loro opera verso Paesi in difficoltà, scoprendo, tramite una cultura differente, che quei popoli erano uguali a loro". Eco, riferendosi all'ex ministro Tremonti, senza citarlo ha ricordato "quel politico italiano che anni fa disse che 'Con la cultura non si mangia'. Oggi quelle domande sono prive di senso, perché per molte nazioni i beni culturali costituiscono un incremento per l'economia delle città. Non è una questione solo economica: la cultura è fondamentale per la comprensione reciproca in un mondo in cui le diverse culture vivono in continuo contatto".

"La bellezza non salverà affatto il mondo" e l'affermazione di Renzi sulla cultura che ci salverà "mi sembra ottimistica". Così Umberto Eco, che ha tenuto una lectio magistralis in Expo nella seconda giornata della Conferenza dei ministri della Cultura, ha commentato le parole di ieri del premier. "Il dottor Goebbles - ha aggiunto Eco - era un uomo coltissimo e questo non gli ha impedito di gasare sei milioni di ebrei, però la comprensione della bellezza altrui, può essere molto importante in un mondo globalizzato, perché in fondo si sono fatte guerre contro genti che avevano idee del bello e dell'arte diverse dalle nostre, e non si capiva perché".

"La conoscenza di culture altrui - ha proseguito Eco - può aiutare un pochino, non è la soluzione, ripeto ci sono stati grandi criminali che collezionavano quadri, però può servire un pochino. Mi pare che possa servire l'incontro dei vari ministri della Cultura per capire come si fa nei vari Paesi e questo sì può aiutare".

"Molti terroristi che oggi criticano l'Occidente sono cresciuti proprio all'interno dell'Occidente": lo ha sottolineato Umberto Eco nel suo discorso durante i lavori della Conferenza internazionale dei ministri della Cultura dei Paesi aderenti a Expo. «C'è da chiedersi se ai fanatici che oggi metterebbero una bomba nelle navate della cattedrale di Notre Dame, a Parigi, sia stata data la possibilità di guardare veramente Notre Dame, di capire cosa rappresentava, o se invece siano stati costretti semplicemente a passargli davanti e a vederla come simbolo di una società che li confinava a vivere in una bidonville - ha detto Eco -. La cultura è fondamentale per la comprensione reciproca in un mondo in cui le diverse culture vivono in continuo contatto, in cui al turismo dei ricchi, che viaggiano per ammirare le meraviglie dei vari Paesi, si affianca anche quello dei poveri, dei migranti».

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