Dopo Expo, Matteo Cabassi: "Dieci anni per il futuro delle aree"

L’immobiliarista Matteo Cabassi: regole per trasferire gli atenei di LUCA ZORLONI

Matteo Cabassi è il quinto figlio di Giuseppe

Matteo Cabassi è il quinto figlio di Giuseppe

Milano, 20 gennaio 2016 - «Per il processo di trasformazione dell’area Expo dieci anni è un tempo ragionevole». A fare i conti sul futuro dei terreni che hanno ospitato fino allo scorso ottobre l’Esposizione universale di Milano è l’immobiliarista che quei terreni li aveva nel portafoglio di famiglia, attraverso la società Belgiojoso: Matteo Cabassi, amministratore delegato della Brioschi. E al netto dei tempi di riconversione, che si allungano per via dei progetti, delle autorizzazioni e delle bonifiche, per l’uomo del mattone c’è un altro fattore da considerare: come portarci le università. Secondo il quinto figlio di Giuseppe Cabassi, il patron del gruppo di famiglia, l’idea di traslocare gli atenei là dove ancora insistono i padiglioni può funzionare. «Si parla di un polo tecnologico di 50mila metri quadrati – ha detto ieri Cabassi, riferendosi al centro di ricerca finanziato dall’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova – ma qui si sta parlando di un’area da un milione di metri quadri. Se si spostassero le università sarebbe diverso, perché hanno dimensioni che potrebbero essere compatibili».

Tuttavia, per un vuoto che si tapperebbe, quello del parco espositivo di Rho, se ne aprirebbe un altro nella zona di Città Studi a Milano, dove si trovano le facoltà scientifiche dell’università Statale candidate a trasferirsi dall’altra parte della metropoli. «Se le università si spostano ci sarà un grande tema di riqualificazione delle aree dove prima c’erano gli atenei – spiega l’ad di Brioschi –. Dovrà essere trovata una funzione, ad esempio, per l’area del Politecnico». Detto in altre parole: quale società immobiliare acquista un’ex università se non ha possibilità di trasformarla? Il messaggio è diretto agli uffici Urbanistica del Comune di Milano e le regole di intervento in città. «C’è il tema della destinazione, che è tecnicamente libera, ma è praticamente vincolata». Cabassi guarda da vicino le aree che nel 2011 finiscono in pancia ad Arexpo, la società controllata da Regione Lombardia, Comune di Milano e dove intende entrare il governo Renzi. La Brioschi è socia al 17% di Euromilano, l’immobiliare che sta guidando lo sviluppo dei terreni di Cascina Merlata, dove sorge anche il villaggio che per mesi ha ospitato i delegati dell’Esposizione universale di Milano.

Nel frattempo ieri sera la Camera ha dato il via libera al decreto legge «Giubileo», che oltre a stanziare i fondi per l’Anno santo prevede investimenti statali anche a Milano per il dopo Expo. Conferma i 50 milioni di euro per trainare il post evento e assegna 80 milioni per la realizzazione del polo scientifico e tecnologico guidato dall’Iit.