Expo, arte pronta al trasloco a Palazzo Italia. Ma è tutto fermo per i lavori in corso

Dalla Vucciria all’Ortolano, tutti in attesa per motivi di sicurezza. Si attende la fine degli allestimenti e il trasferimenti avverranno sul filo del rasoio

DIPINTO «L’Ortolano» di Giuseppe Arcimboldo è uno dei dipinti prestati per la mostra a Palazzo Italia (Omnimilano)L’opera chiesta per il sito Expo conservata nella Pinacoteca del Museo Civico Ala Ponzone di Cremona

DIPINTO «L’Ortolano» di Giuseppe Arcimboldo è uno dei dipinti prestati per la mostra a Palazzo Italia (Omnimilano)L’opera chiesta per il sito Expo conservata nella Pinacoteca del Museo Civico Ala Ponzone di Cremona

Milano, 22 aprile 2015 - La «Vucciria» di Renato Guttuso è già a Milano e attende in un camera blindata il trasloco dentro il Padiglione Italia. Prima devono essere consegnati almeno gli allestimenti, altrimenti nessuna delle cinque opere d’arte prestate al padiglione nazionale potrà varcare in sicurezza i cancelli di Expo. Sarà una maratona, proprio nelle ore immediatamente precedenti al taglio del nastro. Per fare un paragone, nel Padiglione Zero, dove gli allestimenti sono in corso da tempo, il trasferimento di 31 vasi antichi, da sette bottiglie tornate alla luce a Pompei a un sacchetto per granaglie usato dagli egizi e conservato a Torino, per un valore complessivo di 3,2 milioni di euro, avverrà tra il 29 e il 30 aprile, proprio per motivi di sicurezza. E al Padiglione Zero i lavori sono molto più avanti rispetto a quelli di Palazzo Italia, dove sono attese opere di inestimabile valore. La scorsa estate era stata addirittura candidato come sede per i Bronzi di Riace, finché il ministero dei Beni culturali non aveva cassato il prestito. Così come è stato negato il trasloco della Ebe di Canova a Forlì.

Oltre a «la Vucciria» di Guttuso, che immortala l’omonimo mercato di Palermo, dentro Palazzo Italia i visitatori potranno contemplare una statua romana del I secolo dopo Cristo, che raffigura una delle Ore (le Stagioni, secondo la mitologia classica); il Trapezophoros, ossia la base di una mensa sacrificale, decorata con due grifoni che sbranano una cerva; l’arazzo «Genio Futurista», disegnato da Giacomo Balla per l’Esposizione internazionale delle arti decorative di Parigi del 1925; infine «l’Ortolano» di Giuseppe Arcimboldo. Anche il prestito di quest’opera, in un primo momento, era stato rifiutato dal Comune di Cremona, poi il via libera dal sindaco, Gianluca Galimberti. Il dipinto sarà inserito in una teca speciale, che permette di osservarlo anche capovolto (cosicché il volto composto da ortaggi ritorni una semplice cesta di verdura), ma solo fino a settembre, quando riprenderà la via di casa. A Cremona è attesa un’installazione speciale, che accompagna la visione con l’ascolto di musica classica e di una playlist moderna, curata dall’ex ambasciatore di Expo, il rapper Frankie hi-nrg mc. «Avevamo proposto l’idea anche al Padiglione Italia – spiega l’assessore a Commercio e turismo del Comune di Cremona, Barbara Manfredini – ma non ci sono i tempi tecnici».

Il calendario dei lavori è tiratissimo, tanto che lo stesso «Ortolano» è ancora al suo posto e si muoverà solo settimana prossima. Ultimo tassello della mostra, una scultura contemporenea dell’artista Vanessa Beecroft, trapiantata a Los Angeles. Al cantiere di Padiglione Italia lavorano ormai più di 500 persone su tre turni. È finito il rivestimento esterno e si procede all’asfaltatura del viale del Cardo, bloccata a sud dalle costruzioni. Tuttavia, entro il primo maggio gli interni di Palazzo Italia non saranno finiti e i lavori a uffici e auditorium proseguiranno in notturna.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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