Expo, arte e cibo, la mostra dei grandi numeri: "Ci aspettiamo quattro milioni di visitatori"

Alla Triennale di Milano apre il padiglione fuori-Expo, con oltre duemila pezzi esposti. Al curatore Celant altri 30mila euro

Gupta, Dada, una delle opere esposte alla mostra "Arts & Food" della Triennale di Milano

Gupta, Dada, una delle opere esposte alla mostra "Arts & Food" della Triennale di Milano.

Milano, 20 febbraio 2015 - Gli allestimenti sono già in corso: d’altronde «Arts & Food» di Expo, la maxi-mostra su arte e cibo ospitata fino a fine ottobre al museo della Triennale di Milano, l’unico padiglione che si trova fuori dal recinto del sito di Rho-Pero, aprirà con un mese d’anticipo rispetto alla manifestazione. L’8 aprile, per la precisione. Con l’obiettivo dichiarato dagli organizzatori di catturare anche il popolo del Salone del mobile, oltre a quello dell’Esposizione universale.  Le aspettative che i vertici della Triennale nutrono su «Arts & Food» sono ambiziose. «Pensiamo che dei 20 milioni di visitatori dell’Expo un 20 per cento possa anche venire a vedere la mostra in Triennale», stima Claudio De Albertis, presidente del museo. A conti fatti, si tratta di quattro milioni di persone concentrate in sei mesi. Otto volte i turisti che ogni anno affollano la Triennale: 560mila. Tanto che la galleria ha iniziato ad assoldare nuovo personale: quindici i primi neo-assunti, che l’hanno spuntata tra oltre tremila candidati. 

«Arts & Food» si è presentata fin dall’inizio come una mostra dai grandi numeri. A cominciare dall’assegno che Expo spa, la società che organizza l’evento di Milano, staccò al curatore, Germano Celant, critico, inventore dell’Arte povera, già regista di istituzioni come il museo Guggenheim di New York e la Biennale di Venezia: 750mila euro. Incarico valido dal 7 marzo 2013 al 31 ottobre di quest’anno, assegnato con «procedura negoziale senza previa pubblicazione di un bando». In parole povere: senza gara. C’erano tutti gli elementi per scatenare una bufera all’ombra della Madonnina e così fu, con conseguente difesa di Expo e Triennale per la cifra «che comprende anche lo staff» e l’affidamento diretto a un nome «di grande esperienza». In realtà ai 750mila euro iniziali ne vanno sommati altri 30mila. Sono quelli che serviranno a pagare Celant per la curatela di «Cucina & ultracorpi», il maquillage in chiave Expo del museo del design della Triennale, un’operazione che il critico d’arte ha messo a punto in tandem con l’archistar Italo Rota.

Nel complesso, «Arts & Food» costerà 5,3 milioni di euro, di cui 3,5 coperti dalla Cassa depositi e prestiti. Il padiglione fuori-Expo comprende una mostra estesa su una superficie di settemila metri quadri, «quando un’esposizione si considera grande se ne occupa 1.500», aveva detto De Albertis. Saranno esposti oltre duemila pezzi, dal 1851 (anno della prima Esposizione universale di Londra) a oggi: capolavori dell’arte, tra cui Van Gogh, Cèzanne, Morandi, ma anche interi ambienti ricostruiti, come la sala da tè giapponese, un caffè del 1926, la cucina futurista, e modernariato, tra cui il primo frigorifero. La settimana prossima De Albertis e Celant voleranno a New York: il padiglione fa il suo debutto sulla scena statunitense.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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