Per abiti e borse ora va di moda il tessuto fatto con té e batteri

Il progetto di ricerca «Scoby Do», realizzato in una scuola superiore della Galilea settentrionale, che è sbarcato ad Expo nel padiglione Israele di Co.Fi.

Ecco uno degli abiti prodotti con il tè e batteri

Ecco uno degli abiti prodotti con il tè e batteri

Milano, 31 luglio 2015 - Abiti nati grazie ai batteri e alla fermentazione di tè e lievito. È il progetto di ricerca «Scoby Do», realizzato in una scuola superiore della Galilea settentrionale, che è sbarcato ad Expo nel padiglione Israele. I ragazzi del dipartimento di biotecnologie della Danciger Darca Comprehensive High School sono partiti dal Kombucha, un tè addolcito e fermentato con una massa solida chiamata «coltura di Kombucha», anche nota con l’acronimo Scoby (Symbiotic Colony of Bacteria and Yeast). Le prime notizie relative a questa bevanda risalgono alla dinastia cinese Qin (intorno al 250 a.C.). I cinesi la chiamavano «elisir della salute immortale».

In seguito il Kombucha si diffuse in Russia e verso la fine del Medioevo, quando il tè per la prima volta diventò un prodotto alla portata di tutti, nell’Europa dell’Est. Pare che il nome Kombucha arrivi dal Giappone, dove fu usato per la prima volta nel 415 d.C., quando un medico coreano, Kombu o Kambu, curò con il tè l’Imperatore Inyko. La bevanda trasse il nome da lui, «Kombu», e «cha» (che in cinese significa tè). I ragazzi hanno realizzato abiti e alimenti, come caramelle, partendo proprio dalla bevanda fermentata. Come? «Abbiamo iniziato con acqua, tè verde, tè nero e zucchero – racconta una ragazza illustrando i processi seguiti nei laboratori dell’istituto – poi abbiamo aggiunto il lievito. La fermentazione inizia dopo 48-72 ore». Il composto, poi, viene lasciato a riposare per almeno un mese.

«Ritroviamo così una massa solida – aggiunge la ragazza – che deve essere lavata e ripulita dai residui. Poi noi l’abbiamo colorata con tinte naturali». Dalla coltura in laboratorio si ottengono composti gelatinosi di colore chiaro a base di cellulosa batterica, chiamati Scoby. Prima di utilizzarli però devono essere asciugati e vengono fatti riposare per qualche giorno su una tavoletta di legno. Solo dopo potranno essere lavorati per diventare tessuto per gilet, canottiere o borse, come quelli prodotti in Israele. Adesso gli studenti stanno cercando di capire se si possano migliorare le caratteristiche.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro