Eterologa, Comune contro Regione. Pisapia: "Scelta ideologica, evitare turismo sanitario"

Il sindaco di Milano è intervenuto dopo che la giunta regionale ha deciso di lasciare i costi della fecondazione eterologa a carico degli assistiti

Fecondazione eterologa (Ansa)

Fecondazione eterologa (Ansa)

Milano, 15 settembre 2014 - Dopo che la giunta regionale ha deciso di lasciare i costi della fecondazione eterologa a carico degli assisti, è scattata la polemica del Comune. "Non credo che la Lombardia non abbia le somme necessarie per dare la possibilità di avere figli e di formarsi una famiglia a tutti quelli che non certo per loro volontà non possono farlo", ha detto il sindaco Giuliano Pisapia. Il primo cittadino di Milano teme che quella della Regione "sia una decisione ideologica". "Bisogna vedere i bisogni delle persone e i bisogni dei cittadini, che sono anche quelli di formare una famiglia con figli, e soprattutto non discriminare i soggetti più deboli perché questo rischia da una parte di farli rivolgere ai privati, e dall'altro che si formi quel turismo sanitario che è sicuramente degradante e discriminatorio".

Allibito il presidente della Regione Roberto Maroni per le critiche mosse tra gli altri anche dal sindaco Giuliano Pisapia, per la delibera di Palazzo Lombardia che regola le procedure per la fecondazione eterologa in Regione. Una decisione che secondo Maroni "non ha niente di oscurantista", come invece sostenuto dal sindaco. "Noi non sappiamo se l' eterologa che ha suscitato dibattito sul piano etico sia da considerare un livello essenziale oppure no", ha spiegato Maroni a margine di un incontro, ricordando che manca ancora la legge del Parlamento a riguardo. "Se non e' un Lea (livelli essenziali di assistenza), come io penso, non possiamo spendere i soldi dei contribuenti lombardi per sostenere quest'iniziativa, preferisco spenderli per aiutare ad esempio gli anziani, i giovani e le famiglie - ha proseguito - e questo non ha niente di oscurantista, la loro piuttosto e' una posizione ideologica". Maroni ha quindi sostenuto che "l'etereloga e' il primo passo verso l'eugenetica e cioe' lo stravolgimento del sistema sociale". Un sistema che, ha sottolineato "per me e per noi rimane fondato sulla famiglia come dice la Costituzione" e quindi una "societa' naturale fondata sul matrimonio". "A quello rimando i criticoni ideologici - ha concluso - la posizione della Regione Lombardia e' la piu' onesta: io dico che non impediamo a nessuno di fare nulla pero' chiediamo al Parlamento di dirci se rientra nei Lea, finche' non ce lo dice non la consideriamo tra i livelli essenziali".

 

 

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