Gli immigrati arrivano a migliaia: "Dateci gli spazi o li requisiremo"

Vertice a Milano tra prefetti e questori per organizzare l’accoglienza dei profughi di Giambattista Anastasio

Accoglienza ai profughi siriani nella Stazione centrale di Milano

Accoglienza ai profughi siriani nella Stazione centrale di Milano

Milano, 23 luglio 2014 - L'emergenza profughi non accenna a sopirsi. Solo lunedì il ministero dell’Interno aveva comunicato alle prefetture lombarde l’invio di 1.517 richiedenti asilo dai centri di accoglienza del Meridione, ormai saturi. Di questi 1.100 sono già approdati in Lombardia e sono stati accolti per lo più nei centri messi a disposizione dai Comuni di Milano e hinterland. Gli altri 400 sono attesi nelle prossime ore. Non è finita, però. A questi si stanno via via aggiungendo, e si aggiungeranno nelle prossime ore, altri 1.500 richiedenti asilo, anch’essi destinati ad essere accolti nei centri disseminati nella regione, per un totale di oltre tremila arrivi.

Numeri emersi nel corso dell’incontro tra i prefetti e i questori lombardi tenuto ieri a Milano proprio con l’obiettivo di varare il piano d’accoglienza. Un passo avanti c’è stato: si è concordato che i flussi debbano essere ripartiti tra tutti i capoluoghi in numero proporzionale non solo alla popolazione residente ma anche alla quota di immigrati che fanno parte della popolazione residente. Già da ieri il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca è al lavoro, insieme agli altri prefetti e alla Regione, per censire i posti disponibili nelle province e nei Comuni. Detto altrimenti: è stato costituito un «coordinamento regionale» e per ora il reperimento dei posti avverrà su base volontaria, ovvero attenendosi alle indicazioni dei capoluoghi. Quanto all’individuazione delle strutture, Tronca ha fatto sapere che c’è la disponibilità ad ospitare profughi e richiedenti asilo nelle caserme dismesse. Quante persone saranno ospitate nelle singole province e quali caserme potranno essere messe a disposizione sarà definito a breve.

Infine, qualora il censimento non dovesse ottenere i risultati sperati, le Prefetture potranno decidere in modo unilaterale quali strutture utilizzare per i piani di accoglienza, requisendole. «Abbiamo avviato sinergie moderne, innovative e pragmatiche riscontrando una grande disponibilità da parte di tutti. Occorre però — sottolinea Tronca — essere operativi e concreti sia sulla verifica delle risorse sia sulla verifica delle strutture». Tutto liscio? Non proprio. Pur esprimendo «soddisfazione per l’istituzione di un coordinamento regionale», gli assessori milanesi Pierfrancesco Majorino e Marco Granelli hanno fatto sapere che a Milano non ci sono più posti né per i profughi né per i richiedenti asilo: «Siamo in overbooking — sintetizza lo stesso Majorino —. Già stanotte (ieri notte, Ndr) daremo accoglienza ad altri 1.250 profughi tra siriani ed eritrei: è il picco più alto mai raggiunto in una singola giornata nella nostra città. Da ottobre ad oggi — prosegue l’assessore — abbiamo accolto, ormai, circa 16mila persone». Parole dettate anche dalla «consapevolezza che le richieste da tempo avanzate da Milano non sono state argomento di discussione del vertice». Tradotto: ieri non si è deciso alcunché sull’utilizzo temporaneo del Cie di via Corelli come centro per i profughi in transito né sul ricorso ad altre strutture né, infine, sul trasferimento di nuovi fondi da Roma.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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