Sala e Parisi: sfida al centro

Sesso maschile, di mezza età, moderato, centrista, equilibrato, dirigente d’azienda, ex city manager del Comune: i milanesi dovranno attendere giugno per conoscere il nome del loro nuovo sindaco ma intanto già sanno che avrà quelle caratteristiche di GIULIANO MOLOSSI

Milano, 9 febbraio 2016 - Sesso maschile, di mezza età, moderato, centrista, equilibrato, dirigente d’azienda, ex city manager del Comune: i milanesi dovranno attendere giugno per conoscere il nome del loro nuovo sindaco ma intanto già sanno che avrà quelle caratteristiche. Sia che vinca Sala sia che vinca Parisi. Sia che vinca il centrosinistra, sia che vinca il centrodestra. Sicuramente, nel corso della lunga campagna elettorale, emergeranno molte differenze fra i due candidati, uno gradito a Renzi e l’altro a Berlusconi, ma oggi, alla vigilia della gara, prevalgono le cose che hanno in comune. Sarà una sfida inconsueta e dall’esito incerto. Beppe Sala parte favorito, non fosse altro per la straordinaria visibilità che l’Expo gli ha regalato, ma in una città come Milano un centrodestra compatto non è affatto da sottovalutare. E’ vero che lo stesso Sala potrà pescare parecchi consensi fuori dal Pd, anche fra chi non ha votato alle primarie, ma d’altro canto dovrà poter contare sul voto della maggioranza degli elettori della Balzani e di Majorino.

La sinistra «arancione» che portò al trionfo Pisapia cinque anni fa oggi mastica amaro e si rammarica del mancato accordo fra i due assessori. Ma se nessuno dei due ha voluto ritirarsi in favore dell’altro, forse significa che poi proprio così simili e interscambiabili non erano e quindi che non è affatto detto che i voti dell’uno sarebbero andati all’altro e viceversa. In altre parole: non si può far la somma dei voti della Balzani e di Majorino per arrivare alla conclusione che contro uno solo dei due Sala avrebbe perso. «Basta polemiche e rimpianti, adesso tutti uniti per vincere», dice Pisapia, assicurando il suo sostegno al vincitore delle primarie. Ma la coalizione appare tutt’altro che unita e i mal di pancia non si contano. A sinistra c’è proprio chi non ne vuol sapere di mandare a Palazzo Marino uno che ha fatto il city manager della Moratti. Sel, addirittura, è tentata di presentare un suo candidato sindaco, col rischio di ripetere il suicidio della Liguria regalata a Berlusconi. E così, fra uno sbiadito centrodestra e un litigioso centrosinistra, zitta zitta potrebbe puntare al secondo turno persino la semisconosciuta candidata grillina. E da Parma in poi i cinquestelle al ballottaggio fanno paura a tutti.

di GIULIANO MOLOSSI

giuliano.molossi@ilgiorno.net 

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