Elezioni comunali, Pisapia gela i fan: non mi ricandido. Poi incalza Renzi e Sala

Il sindaco: raccolta firme dal 7 dicembre. Il manager? Può candidarsi di MASSIMILIANO MINGOIA

Matteo Renzi e Giuliano Pisapia

Matteo Renzi e Giuliano Pisapia

Milano, 30 novembre 2015 - Si presenta davanti alla platea dei Comitati per Milano di Paolo Limonta e gela subito l’entusiasmo dei suoi fedelissimi: «Non c’è nessuna ipotesi di mia ricandidatura. E non ho neanche intenzione di fare il ministro della Giustizia». Il sindaco Giuliano Pisapia è seduto in un mini-teatro all’interno dell’ex Paolo Pini, Affori, periferia nord della città. Sono passate da poco le 18. In mattinata il primo cittadino ha letto sui giornali un messaggio a lui indirizzato da Matteo Renzi: per le elezioni comunali del 2016 il premier e leader del Pd punta sul commissario Expo Giuseppe Sala, non sulla candidata sponsorizzata da Pisapia, cioè la vicesindaco Francesca Balzani. Certo, Renzi aggiunge che «se Pisapia si ricandidasse per noi andrebbe benissimo», ma è convinto che sia un periodo ipotetico dell’irrealtà. E il sindaco, qualche ora dopo, conferma la convinzione di Renzi: «Non mi ricandido».

Lo schema ormai è chiaro: da una parte Renzi e Sala, dall’altra Pisapia e la Balzani. Il premier vedrà il manager Expo domani, mentre mercoledì incontrerà il sindaco e la sua vice. Potrebbero essere giornate decisive per il cammino del centrosinistra verso la sfida di Palazzo Marino. Pisapia prova a piantare qualche paletto e incalzare Sala, che vorrebbe comunicare la sua decisione (si candida o no?) non prima della fine di dicembre. Tempi troppo lunghi, secondo il sindaco: «Sono stufo di sentire di ipotesi A e B. Posso dire con certezza che ci saranno le primarie: si parte il 7 dicembre con la raccolta di firme per la presentazione delle candidatura a sindaco». La data non è un particolare irrelevante, anzi. Se i candidati dovranno raccogliere le firme dal 7 dicembre al 7 gennaio significa che Sala dovrà sciogliere il nodo, presumibilmente, entro il 7 dicembre. In pratica, entro una settimana. Tempi stretti, strettissimi. Il sindaco vuole «stanare» Sala. Sì, perché se il manager facesse un passo indietro, la strada della Balzani sarebbe un po’ più in discesa. Certo, ci sono sempre l’assessore Pierfrancesco Majorino, il deputato Emanuele Fiano, l’ex consigliere provinciale Roberto Caputo e il presidente Uisp Antonio Iannetta (l’unico tra i quattro presente alla kermesse dei comitati). Ma una Balzani «sponsorizzata» da Pisapia partirebbe in netto vantaggio sui blocchi di partenza. C’è chi giura, però, che Sala non abbia intenzione di farsi da parte. Forse lo pensa anche Pisapia, che ieri ha ribadito che il manager avrebbe tutto il diritto di candidarsi alla primarie (la data del voto per ora è fissata il 7 febbraio, ma potrebbe slittare al 28 febbraio o al 6 marzo): «Se Sala firma la carta dei valori e si impegna nella prosecuzione del lavoro svolto negli ultimi cinque anni, può candidarsi. Non polemizziamo sulle persone, ma sui contenuti».

«Prosecuzione» è il nuovo termine utilizzato dal sindaco al posto di «continuità» per sottolineare che il Modello Milano (un’alleanza di centrosinistra fondata su Pd, sinistra radicale e movimenti civici) non deve essere archiviato. Nella testa di Pisapia la Balzani incarna il concetto di «prosecuzione» assai meglio di Sala. I Comitati per Milano di Limonta la pensano allo stesso modo. Renzi e lo stesso Sala, invece, hanno in testa un’altra parola: «Discontinuità».

di MASSIMILIANO MINGOIA

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro