Duomo, turista sul tetto di notte: "Nuovi sensori intelligenti per blindare la Cattedrale"

Il dg Baratta: via a ottobre. Piano da 1,8 milioni

Turisti, di giorno, sul tetto del Duomo

Turisti, di giorno, sul tetto del Duomo

Milano, 28 luglio 2016 - «Prendetela come un’impressione, ma secondo me quel ragazzo è rimasto volontariamente dentro perché voleva dormire sulle terrazze del Duomo...», ragiona il professor Gianni Baratta, direttore generale della Veneranda Fabbrica. Ipotesi suffragata dal fatto, sottolinea il dg, che il turista americano ha utilizzato il bagno di un cantiere (ce ne sono 18 in totale attualmente attivi) e non uno di quelli riservati ai visitatori: «Non poteva stare in quel punto», afferma sicuro.

Detto questo, professor Baratta, il problema resta: una persona è riuscita a passare la notte all’interno di uno dei monumenti più celebri al mondo. «Abbiamo rilevato una fragilità e l’abbiamo subito evidenziata: qui c’è gente che lavora tutti i giorni con amore per il Duomo. Del resto, già un anno fa, in tempi meno sospetti di quelli odierni, avevamo capito che c’era bisogno di più controlli per proteggere la Cattedrale. E così avevamo deciso di investire ancor di più sulla sicurezza, forti di una convinzione: solo la tecnologia avanzata può davvero metterci al riparo da episodi del genere».

Cosa avete deciso di fare? «Abbiamo investito 1,8 milioni di euro per un sofisticato sistema di sensori in grado di riconoscere presenze estranee nei punti inaccessibili ai visitatori».

Quando dovrebbe partire? «Il sistema è stato già montato. A ottobre saremo pronti, anche se proprio in queste ore, alla luce di quello che è accaduto, ho sollecitato tutti gli attori in campo a fare il più in fretta possibile». In che modo questo nuovo sistema blinderà il monumento? «Semplice: chi entrerà in aree alle quali non dovrebbe accedere verrà immediatamente segnalato alla control room e a due nostri addetti che guarderanno notte e giorno le immagini che arrivano sui monitor e potranno allertare immediatamente le centrali di polizia e vigili, come già accade adesso. E ancora, la tecnologia che a breve entrerà in funzione consentirà di contare con esattezza quante persone sono presenti in un certo momento nell’intero complesso monumentale, sia sopra che sotto: in questo modo, sarà più semplice sapere se qualcuno è entrato ma non è più uscito, avviando dei controlli mirati. Solo così potremo risolvere il problema una volta per tutte. Del resto, esistono i limiti umani, e personalmente sono convinto che non basterebbero 50 persone per avere la certezza che tra i mille angoli del Duomo non sia rimasto qualcuno».

Nel frattempo avete anche contattato la Questura, chiedendo che i vostri addetti siano affiancati da uomini delle forze di polizia durante la bonifica del sito prima della chiusura. «Sì, era già stato fatto subito dopo l’incursione del base jumper nel 2013. Ripeto: noi abbiamo denunciato una fragilità, anche perché i nostri addetti non hanno le competenze necessarie per aspetti relativi alla sicurezza. Ora aspettiamo una risposta».

Già dopo l’incursione di Maurizio Di Palma, la Veneranda Fabbrica aveva annunciato l’installazione di un sistema di videosorveglianza. Eppure l’altroieri, il sistema è stato «bucato» ancora. «In quel caso si parlava solo di telecamere. A ottobre faremo un ulteriore salto di qualità sul fronte della tecnologia intelligente». nicola.palma@ilgiorno.net

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