Dopo Expo, Pisapia: «Sul sito progetti belli e possibili: con il Governo troveremo i fondi»

Pisapia: passiamo dalle parole alla costruzione paziente della realtà di Giambattista Anastasio

Il sindaco Giuliano Pisapia è ottimista sul futuro dell’area Expo dopo il 31 ottobre giorno nel quale chiuderà i battenti l’Esposizione  Universale (Newpress)

Il sindaco Giuliano Pisapia è ottimista sul futuro dell’area Expo dopo il 31 ottobre giorno nel quale chiuderà i battenti l’Esposizione Universale (Newpress)

«Non stiamo partendo da zero». È questo il messaggio che il sindaco Giuliano Pisapia scandisce chiaro a proposito della delicata partita del post Expo. Una partita che si gioca su due campi: da un lato, l’eredità materiale e soprattutto immateriale dell’evento in città, dall’altro, quello più dibattuto, la conversione ad altre funzioni del sito espositivo e la continuità di spirito tra la sua seconda vita e la prima. «Non stiamo partendo da zero» né sull’uno né sull’altro fronte, assicura il primo cittadino. Milano, infatti, ha già raggiunto livelli di eccellenza, sottolinea Pisapia, su temi e priorità che rientrano nell’universo valoriale dell’Expo: dalla mobilità dolce, alternativa e condivisa fino alla raccolta differenziata passando per il wi-fi. Quanto al futuro del sito, invece, ci sono in campo grandi progetti che, proprio in quanto tali, presentano criticità non facili. Ma il sindaco invita all’ottimismo e alla pazienza, anche per l’impegno garantito dal Governo e che presto sarà ufficializzato.

Milano, 6 ottobre 2015 - Sindaco Giuliano Pisapia, condivide la proposta di un pensatoio per non disperdere il fermento creato in città dall’Expo? «La proposta del direttore Giancarlo Mazzuca segnala il grande interesse che il Giorno manifesta per il futuro della nostra città e riconosce che per Milano questo è un momento molto positivo che non si deve esaurire nei mesi dell’Esposizione. In città ci sono già luoghi di discussione sul futuro di Milano e della Città Metropolitana. Penso al Tavolo strategico per lo Sviluppo metropolitano a cui partecipano tutte le forze imprenditoriali e sociali del territorio, ad esperienze come MiWorld che hanno Milano al centro della loro attività di studio e confronto. Credo poi che il comitato scientifico del Comune per Expo possa trasformarsi in luogo di proposta culturale, e non solo, per Milano».

Chi deve far parte del pensatoio e a chi tocca la regia? «La regia non può che essere delle istituzioni. Ed è evidente che il coordinatore principe dovrà essere il Comune. Ma un ruolo importante, se non fondamentale, dovranno averlo le università, le tante associazioni che operano quotidianamente sul territorio, il forum ‘Brand Milano’ che da tempo è impegnato per indicare, in un rapporto aperto con la città, l’identità presente e futura di Milano, oltre a quello che possono proporre singole personalità già impegnate su questo fronte».

Nel concreto, come far perdurare l’effetto Expo? «Expo ha aiutato Milano, ma anche Milano ha aiutato Expo. La città vive un momento magico, cresce in tutte le classifiche nazionali e internazionali. È, secondo tutti ‘the place to be’, il posto dove essere. Siamo secondi in Europa per la raccolta differenziata, siamo l’unica città al mondo che offre una mobilità condivisa completa che va dalle biciclette per bambini alle auto passando per lo scooter sharing e per le bici a pedalata assistita, abbiamo una rete di wi-fi molto diffusa. Abbiamo una offerta culturale e turistica oggi apprezzata in tutto il mondo. Risultati oggettivi che rimarranno nel tempo e indicano la direzione di una città moderna, sostenibile, avanzata tecnologicamente, che guarda al futuro».

Il futuro del sito Expo. Non la preoccupa la difficile percorribilità del business plan del polo universitario? Il dossier di Cassa Depositi Prestiti evidenzia più fattori critici. «Niente è facile quando si tratta di un grande progetto. E quello che coniuga il campus universitario della Statale con il polo tecnologico e della ricerca, che saranno immersi in un enorme parco, è un progetto che tiene conto del presente e guarda al futuro. Dobbiamo passare dalle parole alla costruzione paziente della realtà».

Sarà il Governo a garantire i 160 milioni che mancano al business plan della Statale, una volta entrato in Arexpo? «Con il Governo siamo in fase avanzata per trovare la formula che più possa garantire il successo del dopo-Expo. Il ministro Martina, che sta facendo un lavoro importante, ha ribadito l’impegno del Governo su questo progetto. Già ci sono state manifestazioni di interesse da parte di grandi imprese per investire sul sito anche perché è una delle aree più avanzate d’Europa sia dal punto tecnologico che logistico. Abbiamo tutti la volontà di lavorare insieme per un obiettivo utile a Milano, alla Città Metropolitana, al Paese».

Nel già citato dossier si ipotizza l’uso di “poteri straordinari per realizzare il progetto” tramite lo Sblocca Italia. «Credo che la soluzione più efficace sia quella di avere in Arexpo, la società proprietaria dei terreni, una governance di alto livello con manager che abbiano i poteri necessari per accelerare i tempi troppo lunghi della burocrazia. Con questa soluzione abbiamo messo le ali ad Expo. Faremo lo stesso per il dopo».

Chi è l’uomo giusto per il ruolo di commissario del post Expo? Si fa il nome di Sala e quello di Pietro Modiano. «Si parla fin troppo di nomi. Che sono importanti, ma vengono dopo. Sono certo che si troveranno una o più persone, con ruoli anche diversi, con le professionalità adeguate a realizzare questo pezzo di futuro».

Fin qui la gestione del post Expo non ha brillato per linearità. Ultimo esempio: gli advisor licenziati anzitempo. «Il bando era stato deciso quando ancora non si prospettava l’ingresso del Governo in Arexpo e soprattutto non c’era il supporto della Cassa Depositi e Prestiti e dell’Agenzia del Demanio che hanno elaborato un progetto che ha trovato un vasto consenso. Ci sono stati numerosi incontri e riunioni operative tra tutti i soggetti coinvolti. Ribadisco che non stiamo partendo da zero e per questo sono convinto che riusciremo a utilizzare al meglio il sito Expo in continuità coi temi dell’evento».

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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