Studente precipita dal quinto piano dell'hotel e muore, verso la svolta: "Alcol e scherzi, era il bersaglio"

L’avevano preso di mira. Era diventato il bersaglio, in una notte di alcol e scherzi. Tanta birra e la libertà di giocare, anche andando oltre. Succede nelle notti fuori casa dei ragazzi appena maggiorenni. Sabato avevano bevuto tutti e tanto di Mario Consani e Anna Giorgi FOTO - Tragedia in hotel a Bruzzano / La vittima è Domenico Maurantonio

Domenico Maurantonio il giovane liceale padovano precipitato da un hotel a Milano

Domenico Maurantonio il giovane liceale padovano precipitato da un hotel a Milano

Milano, 16 maggio 2015 - L’avevano preso di mira. Era diventato il bersaglio, in una notte di alcol e scherzi. Tanta birra e la libertà di giocare, anche andando oltre. Succede nelle notti fuori casa dei ragazzi appena maggiorenni. Sabato avevano bevuto tutti e tanto. E questo è confermato dalle analisi successive all’autopsia. Ma a Domenico i compagni avevano riservato anche lo scherzo pesante, umiliante. Gli avevano sbarrato la porta del bagno in camera. Così, quando verso le 5.30 di mattina era uscito di corsa in corridoio senza scarpe e senza occhiali per un forte attacco di dissenteria, non aveva trovato nessuna toilette. Quindi, forse era salito sul davanzale della finestra, volontariamente, per evitare di sporcare ancora il corriodoio e di essere nuovamente preso in giro dagli amici. In quel momento il ragazzo, mezzo ubriaco, sconvolto dalla notte insonne, miope, con gli occhiali rimasti sul comodino, potrebbe aver perso l’equilibrio o calcolato male gli spazi, precipitando tragicamente nel vuotoÈ questa la ricostruzione degli ultimi attimi della vita di Domenico Maurantonio, lo studente padovano 19enne in gita scolastica, caduto domenica all’alba dal quinto piano dell’Hotel da Vinci di Bruzzano periferia lontana di Milano.

È l’ipotesi più accreditata tra gli inquirenti coordinati dal pm Claudio Gittardi, che ormai da sei giorni stanno provando a fare chiarezza nel muro di incertezze e contraddizioni che emergono dai racconti dei compagni di classe e di stanza di Domenico, sentiti più volte tra Milano e Padova. E che pare si ostinino, almeno finora, a non voler raccontare tutto quello che sanno. Al punto che in questa brutta storia ci sarebbero già degli indagati, notizia che la procura non conferma e non smentisce. «Chi sa, parli», chiede l’avvocato Eraldo Stefani, legale dalla famiglia Maurantonio: «Faccio appello al senso civico di questi studenti perché si possa portare un contributo all’accertamento della verità». Il dubbio più grosso riguarda la presenza o meno di studenti nel momento in cui Domenico salito sul davanzale della finestra è caduto. Alcune ecchimosi sulle braccia avevano fatto pensare al tentativo di qualcuno di trattenerlo. Ma dalle indagini è emersa una foto che lo studente avrebbe mostrato via cellulare qualche ora prima a un’amica, con quei lividi già sulle braccia e il racconto di un primo scherzo da lui subito quel sabato pomeriggio. Così la possibilità che nel momento della caduta Domenico fosse solo, resiste. Anche se appare impossibile, che qualcuno degli altri studenti non sia sia accorto all’istante, o subito dopo, di ciò che era successo. Facendo finta di niente davanti alla tragedia e aspettando la colazione prima di far scattare l’allarme.

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