Giovedì 18 Aprile 2024

Derby Milan-Inter, le due curve in coro: "Vogliamo una partita tranquilla"

Solo goliardia e folklore. Il Barone: stop tensioni, ce ne sono già troppe. Il duo comico Ale e FRanz avrà il compito di lanciare cori da una parte all'altra dello stadio di Nicola Palma

Tifosi al derby di Milano

Tifosi al derby di Milano

di Milano, 23 novembre 2014 - «Una partita tranquilla». Anche perché di scintille in città ce ne sono già in abbondanza. E non vale la pena alzare ulteriormente la tensione, peraltro già ampiamente oltre i livelli di guardia soprattutto nelle periferie. Così le due curve di Milan e Inter stanno preparando un derby «sereno». Solo sfottò e goliardia, niente bombe carta né scontri. Del resto, dopo la pioggia di Daspo e denunce caduta sulla Sud nell’ultimo campionato, la gara di stasera potrebbe segnare un nuovo inizio nei rapporti con la Questura, che ha dato il via libera all’ingresso dei tamburi: «Finché non li vedo non ci credo – scherza Giancarlo Capelli, alias il Barone – ma sarebbe davvero un segnale di apertura molto positivo». L’obiettivo dichiarato: ridare una bella immagine di San Siro dopo il blitz della frangia oltranzista Bad blue boyz Zagreb, che ha messo a ferro e fuoco Italia-Croazia con un fitto lancio di petardi e razzi dagli spalti. E proprio ieri la polizia ha disinnescato un altro potenziale pericolo: arrestato in un albergo di Sesto San Giovanni un ultrà serbo di 36 anni, inseguito da un mandato di cattura internazionale emesso dall’Interpol per reati connessi al tifo violento.

«Sabato scorso abbiamo visto un brutto spettacolo – conviene Capelli – e ora noi vogliamo dimostrare che siamo capaci di divertirci senza far casino». Metteteci pure il duo comico formato da Ale e Franz, che avranno il compito di lanciare cori da una parte all’altra dello stadio, ed eccovi servita una stracittadina «simpatica», per dirla con l’ex presidente nerazzurro Massimo Moratti. «Anche la Nord vuole una gara senza problemi», conviene lo storico portavoce degli ultras interisti, Franco Caravita. Che non lascia in secondo piano gli aspetti squisitamente tecnico-tattici del confronto, a cominciare dal cambio in panchina: via Walter Mazzarri, ecco Roberto Mancini. «Forse andava fatto prima, anche se noi non abbiamo scaricato l’ex allenatore». Come dire: non eravamo noi a fischiarne il nome all’annuncio dello speaker del Meazza, non siamo stati noi a chiederne la testa. «Se avessimo visto un distacco tra mister e giocatori, certamente avremmo detto qualcosa, ma non abbiamo mai avuto questa sensazione», prosegue Carovita. Oggi non ci saranno striscioni per salutare l’esonerato, «ma lui sa che lo rispettavamo». Ora è tempo di ripartire col Mancio: «La squadra è piena di giovani, serve tempo: diciamo che abbiamo acquistato un cesto di frutta un po’ acerba, è importante avere pazienza per farla maturare al meglio». Vinca il migliore, allora. «Ovviamente mi auguro che prevalga il Diavolo – chiude il Barone – ma un 1-1 non guasterebbe: così siamo contenti in due...». Voi ci credete?

di Nicola Palma

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