Teatro Strehler, va in scena 'Non ti pago'. La comicità di Eduardo De Filippo

Un perfetto carillon drammaturgico: un circo divertito di pretese e scenate, andando all’estenuante ricerca di alleati

LA FAMIGLIA «Non ti pago»  di Eduardo con Gianfelice Imparato e Carolina Rosi da oggi in scena

LA FAMIGLIA «Non ti pago» di Eduardo con Gianfelice Imparato e Carolina Rosi da oggi in scena

Milano, 21 marzo 2017- Uno, due, tre, quattro: questi i numeri che fanno vincere quattro milioni di vecchie lire a Mario Bertolini. Belle cifra, soprattutto negli Anni Quaranta. Brindisi e felicità. Ma c’è un problema: la «soffiata» gliel’ha fatta in sogno il padre defunto di Ferdinando Quagliuolo. Ovvero il padre del suo datore di lavoro, futuro suocero (forse), nonché gestore del «banco lotto» a Napoli dove è stata depositata la giocata. Che non prende affatto bene la cosa e si rifiuta di pagare, affermando che quei soldi in realtà spetterebbero a lui. Lo spirito del babbo avrebbe infatti sbagliato destinatario, recandosi per errore nella vecchia abitazione della famiglia Quagliuolo dove ora risiede il giovane Bertolini. Questo il sunto. E già in tanti avranno riconosciuto la trama di «Non ti pago», capolavoro assoluto eduardiano, fa le prima commedie a far comprendere realmente lo spessore autoriale della famiglia De Filippo.

Innumerevoli gli allestimenti. Fra cui un paio di versioni televisive con le quali si è cresciuti. Ma nelle ultime stagioni a lasciare il segno è stata l’ultima regia di Luca, per due settimane in uno Strehler tutto esaurito e parecchio commosso, visto che il figlio di Eduardo stava già troppo male per interpretare il protagonista e se ne sarebbe andato di lì a pochi giorni, terminate le repliche. Era il novembre 2015. Difficile proseguire. Ma questa la volontà del fondatore. E così a distanza di un anno e mezzo torna in scena la Compagnia di Luca De Filippo con «Non ti pago», ultima regia da stasera ospite del Piccolo Strehler. Due ore di puro teatro napoletano d’alta qualità. Con Gianfelice Imparato di nuovo nei panni di Ferdinando Quagliuolo, Carolina Rosi in quelli di sua moglie Concetta e poi fra gli altri Massimo De Matteo e Carmen Annibale. «Luca ci mancherà sulla scena – sottolineano in compagnia – ma ci ha lasciato una precisa ed accurata regia, fedele ai tempi e alla scrittura di suo padre con una modalità tutta sua di dare continuità alla tradizione senza rinunciare a una propria identità». Che poi è quello che ha sempre caratterizzato il suo teatro. In un vero e proprio passaggio di consegne familiare.

Dell'intreccio si è detto. E si capisce che è un perfetto carillon drammaturgico. Anche perché partendo da quella rivendicazione onirica, Quagliuolo costruisce un circo divertito di pretese e scenate, andando all’estenuante ricerca di alleati. Ma sia la legge degli uomini (l’avvocato) che quella di Dio (il parroco) lo rimbalzano, pur non riuscendo a convincerlo dell’insensatezza della sua richiesta. E così pian piano le cose degenerano. Con minacce, maledizioni e cattivi auspici. Prima di un finale tutto da scoprire. Vale la pena. Anche perché come diceva lo stesso Eduardo, «Non ti pago» è «una commedia molto comica che secondo me è la più tragica che io abbia mai scritto». Grandi classici.

Da oggi al 2 aprile al Teatro Strehler.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro