"Shardana", il ritorno di En?gma: "Ecco il mio disco da guerriero"

Uscito il nuovo album del rapper sardo che incontrerà i fan a Milano e Varese: "Ogni progetto fotografa un momento e qui avevo voglia di sfogarmi"

Il rapper En?gma (Foto Riccardo Melosu)

Il rapper En?gma (Foto Riccardo Melosu)

Milano, 23 febbraio 2018 - A poco più di un anno da “IndacoEn?gma (all’anagrafe Marcello Scano) torna con un nuovo progetto. Si chiama “Shardana”: dodici tracce in cui l’estetica del rapper sardo cede il passo ai suoi impulsi più umani e passionali. L’aggressività e la rabbia latente accumulata negli anni vengono perfettamente declinate all’interno di istantanee che fotografano storie del tutto personali. L'elettronica rincorre i beat classici del rap ma c’è spazio anche per atmosfere e campionamenti grunge e indie rock. Il nuovo capitolo artistico e personale di En?gma ha un sapore ben più ruvido e spigoloso rispetto a quello dei lavori precedenti ma, a prevalere su ognuna delle tracce, è lo spirito fiero e agguerrito che da sempre lo contraddistingue. Lasciatosi alle spalle Milano e Machete nel 2016 per far ritorno a Oblia, eccolo raccontarsi in un nuovo disco con lucida consapevolezza e la convinzione che, la via dell’indipendenza, sia stata per lui la scelta vincente. L’artista oggi (venerdì 23 febbraio) incontrerà i fan alla Varese Dischi di Varese (alle 14) e alla Mondadori di Piazza Duomo a Milano (alle 18) mentre i concerti lombardi saranno il 21 aprile al Legend Club di Milano e il 4 maggio all’Arlecchino di Vedano Olona (Varese).

Il titolo dell’album preannuncia un ritorno da “guerriero”. Come mai questa scelta?

«Il concetto di “Shardana” racchiude sia la mia appartenenza territoriale, sia la matrice del disco: aggressivo e d'impatto, altamente ritmato».

Con il riferimento agli antichi guerrieri sardi intendi quindi riaffermare il legame che hai con la tua terra?

«Mi piace sempre mettere riferimenti che rimandino alla mia regione, e che possano, perché no, intrigare e incuriosire, facendo andare l'ascoltatore poi a ricercare qualcosa di ulteriore riguardo la mia terra».

L’approccio musicale e dei testi è molto più aggressivo rispetto ai lavori precedenti. Un’esigenza o una scelta stilistica?

«Un po' entrambe le cose. Ogni progetto fotografa un momento e qui avevo voglia di sfogarmi per bene. Inoltre avevo l'intenzione di confezionare qualcosa che ci azzeccasse molto col mio atteggiamento ai live, che risultasse molto “scalmanato”».

Infatti il disco suona come un “urlo liberatorio” ma svela anche alcuni aspetti inediti di Marcello…

«Diciamo che forse, in passato, mi sono anche un pochino “auto intrappolato” nella mia dimensione poetica. Questa volta non volevo aver paura di far capire il lato più “rude” del mio bagaglio artistico ed emozionale».

Senti di riconfermare la tua scelta di lavorare in totale autonomia?

«Assolutamente sì. Numeri alla mano, la mia carriera è migliorata: i fan rispondono sempre di più e pian piano incremento i numeri sia dal punto di vista social, sia sul piano delle views e degli streaming; non indifferente anche il fatto che mai ho performato tanto dal vivo come nel 2017 con “Indaco Tour”. Potevo “sparire” ma così non è stato, e anzi sono qui che campo di una passione e ho tirato fuori un altro disco ufficiale poco più di un anno dopo da “Indaco” con le mie sole forze economiche e con la collaborazione umana e artistica fondamentale di Kaizén».

E come sono nate le collaborazioni con MadMan, Bassi Maestro e Gemello?

«Tre artisti diversi e che per diverse ragioni ammiro molto. Volevo racchiudere il mio essere eclettico nei feat e per questo ho voluto che fossero differenti, per renderli un vero valore aggiunto al progetto».

C’è qualche altro artista con cui ti piacerebbe collaborare?

«Mi piacerebbe, in futuro, collaborare nuovamente con artisti come loro e con altri coi quali ho già avuto modo di tirare fuori brani di spessore in passato come Gemitaiz, Anagogia e Mezzosangue. Tra i nomi “inediti” per me cito Rancore, Ghemon e Mecna».

Ora sarai alle prese con diversi instore. Che rapporto hai con i fan?

«Tanta disponibilità, spero sempre in uno scambio, anche se per pochi minuti. Di fatto mi fa piacere che la mia musica possa essere d'aiuto per loro, anche perché i fan sono di aiuto a me, nella maniera in cui se esisto come artista a un certo livello, è grazie al loro seguito fatto di attaccamento e affetto».

In primavera ci sarà il tour. Cos’hai in serbo?

«Abbiamo gia 10 date iniziali, contiamo di chiuderne altrettante e anche di più: gireremo sempre con Kaizén, portando principalmente i brani di “Shardana” ce quelli di “Indaco”, contornati con dei miei “classici” del passato».

 

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