Riki, fenomeno da sold out

Il giovane artista di Segrate, lanciato da Amici, vive l'emozione di un concerto dopo l'altro all'insegna del tutto esaurito

Riki

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Milano, 23 febbraio 2018 - Cinque concerti, cinque sold-out. Tutti quelli sprovvisti di biglietto, per cantare con Riki dovranno aspettare l’estate. Già perché Riccardo Marcuzzo da Segrate, classe ’92, continua a cavalcare un consenso che va ben al di là dei tre dischi di platino incassati con il fortunatissimo ep d’esordio “Perdo le parole” e quello dall’album “Mania”. Dopo il prologo all’Alcatraz dello scorso autunno, l’idolo di “Amici” è oggi e domani al Gran Teatro Morato di Brescia, il 26 di nuovo all’Alcatraz di Milano, il 16 marzo al PalaBam di Mantova e il 12 aprile al Forum di Assago.

Innanzitutto, Riki o Riccardo?

«In famiglia mi chiamano Riki, mentre Maria mi chiama Riccardo».

Le tante ballad di “Mania” suggeriscono un concerto romantico?

«Beh, sì. Ma ci sono pure le canzoni di “Perdo le parole” e quindi alla fine ballad ed Up Tempo si equivalgono. Verso la fine c’è poi il momento acustico con le tre ballate più importanti del mio repertorio. Ma ce ne sono un paio nel finale, “Aspetterò lo stesso” e la stessa “Perdo le parole”, e pure all’inizio, visto che lo spettacolo inizia con “Frena” e “Se parlassero di noi”. Quindi le ballad sono sparse un po’ ovunque, per dare equilibrio alla scaletta e darle un peso sentimentale importante».

Quanti pezzi in tutto?

«Venti, a volte 21 visto che mi chiedono pure “Sbagliato”, il singolo con Lowlow uscito il mese scorso».

Il diploma in design è servito per disegnare le copertine dei dischi, è servito pure nell’allestimento dello spettacolo?

«Sì, ho fatto tutto io, appoggiandomi per i contributi filmati allo studio Sugo, che in passato ha lavorato pure con Pezzali e Jovanotti. Ci siamo intesi subito».

A chi deve dire grazie?

«Al mio produttore Riccardo Scirè, al vocal coach Andrea Tosoni, a Maria De Filippi e a Francesco Facchinetti. Ma pure a il mio assistente Davide e, naturalmente, ai miei genitori che mi sono sempre stati accanto».

Intende rimanere in bilico tra musica e tv o fare una scelta di campo?

«Ora come ora la tv è imbattibile nel promuovere. Quando avrò consolidato un pubblico cercherò di concentrarmi sul mio lavoro che è meno tv e più musica».

Il duetto dei sogni?

«Con Tiziano Ferro, il mio idolo assoluto».

“Mania” è arrivato al disco di platino, “Perdo le parole” ne aveva incamerati tre. Cos’è cambiato?

«Pure con “Mania” siamo quasi al secondo platino. Questo perché abbiamo rallentato con la promozione per concentrarci sulla preparazione tour. A marzo uscirà il nuovo singolo “Tremo”, una delle ballate più amate del disco. È pure una delle mie preferite, ma ho aspettato mesi a farla uscire perché volevo che il pubblico la metabolizzasse bene».

Altri progetti?

«Sto lavorando su altri due-tre nuovi brani per quello che dovrebbe diventare il mio nuovo progetto estivo (un live con inediti - ndr)».

Visto che siamo quasi al secondo, baratterebbe il terzo disco di platino con lo scudetto della Juve?

«Assolutamente sì, rinuncerei ad un disco di platino in cambio del 34° tricolore. Anche perché un disco di platino fa felici me e i fan mentre uno scudetto bianconero fa felici milioni di tifosi in tutto il mondo».

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