Little Mix (Factor), la forza dei talent conquista il Forum di Assago

A Milano l'unico concerto italiano della band

Le Little Mix (Barbaglia)

Le Little Mix (Barbaglia)

Assago (Milano), 30 maggio 2017 - La forza del talent. E l’astuzia di addetti ai lavori che la sanno lunga. Perrie Edwards, Jesy Nelson, Leigh-Anne Pinnock, Jade Thirlwall si presentano nel 2011 come soliste alle audizioni dell’X Factor inglese, ma vengono eliminate durante le selezioni; i giudici del programma decidono di dar loro un’altra possibilità unendole in una girl band, le Rhythmix - poi rinominate Little Mix per l’omonimia del nome originario col titolo di una campagna benefica britannica - e in questa nuova formazione stravincono l’ottava edizione del programma. Ricorda qualcosa? Qui in Italia Il Volo non è nato, poi, in maniera troppo differente. E, come il trio di “Grande amore”, pure le Little Mix sono oggi un gruppo da Forum. Anche se la forza della loro dance pop, più che a un crossover di successo, fa pensare a un aggiornamento delle istruzioni di montaggio del fenomeno Spice Girls, o in via subordinata delle varie All Saints, TLC e Atomic Kitten materializzatesi ed evaporate nei decenni sull’orizzonte delle hit-parade d’oltremanica.

Avrà modo di accorgersene l’esercito di giovanissimi che attende Miss Edwards & Co. questa sera ad Assago, unica tappa italiana del pubblicizzatissimo Glory Days Tour partito 8 giorni fa dal Prenton Park di Birkenhead, Regno Unito, dopo il lungo rodaggio sostenuto dalle ragazze all’inizio dell’anno nelle arene americane come supporter di Ariana Grande. E questo anche se il loro “giorno glorioso” Perrie, Jesy, Leigh-Anne e Jade l’hanno avuto agli ultimi Brit Awards, dove “Shout out to my ex” ha permesso di mettersi in tasca la statuetta per il miglior singolo britannico dell’anno. “Insolente”, “stimolante”, “amabile”, “relazionabile” sono gli aggettivi che secondo il quartetto di Sua Maestà calzano a pennello a “Glory Days”, 12 canzoni (anzi 14 nell’edizione de luxe) dove «abbiamo riversato le nostre anime e i nostri cuori, i nostri amori e i nostri dolori con tanta passione da renderlo la cosa più autentica fatta in sei anni di dischi e di concerti». E, a sentir loro, non avrebbe potuto essere diversamente. «Il predecessore ‘Get weird’ s’era rivelato fin troppo difficile; volevamo qualcosa di nuovo tanto nei suoni che nei contenuti, ma non sapevamo esattamente cosa. Alla fine, però, abbiamo trovato quel che cercavamo. Incidere ‘Glory days’ è stata una specie di terapia; raccontare nelle canzoni ciò che abbiamo vissuto in questi sei anni di carriera s’è rivelato semplice e curativo, anche perché sappiamo di vivere quelli che resteranno probabilmente i momenti migliori della nostra vita e per questo un titolo come ‘Giorni di gloria’ sembra quasi inevitabile. Pure a livello affettivo, lavorare assieme h 24 sette giorni su sette, ci ha reso sorelle di fatto».

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