Lella Costa a sorpresa: "Ci sarà da divertirsi"

Tocca a lei improvvisare su copione ignoto

Lella Costa

Lella Costa

Milano,12 marzo 2017 - Senza paura. Si sale sul palco e si legge il testo. Per la prima volta. Nessun canovaccio, nessun regista: pura improvvisazione. Mentre in platea gli spettatori possono perfino tenere acceso il cellulare… Format curioso “Coniglio bianco/Coniglio rosso” di Nassim Soleimanpour, scritto nel 2010 in un momento difficile per l’iraniano. Le autorità gli avevano infatti ritirato il passaporto causa renitenza alla leva. E così era nata quest’idea un po’ geniale e un po’ balorda. All’estero ci ha provato gente come John Hurt, Sinead Cusack, Ken Loach. Qui è sbarcato grazie al Filodrammatici (in coproduzione con Bags). E domani sera alle 21 la protagonista è Lella Costa. Temi portanti: la manipolazione e il potere. Ma l’approccio è comico. Bella sfida.

Lella, dica la verità: ha cercato di informarsi in giro.

«In realtà anche sul web c’è pochissimo. Gioele Dix mi ha chiesto se volevo qualche dritta, lui è stato il primo a farlo qui al Filodrammatici. Ma preferisco la sorpresa».

Non la intimorisce l’improvvisazione?

«È un divertimento. Ieri mi sono arrivate le istruzioni, hanno detto che ci sarà da interagire col pubblico e che gli spettatori potranno tenere il cellulare acceso. Meglio che mi prepari. Ma la cosa che più mi interessa è il contenuto, in linea con il mio modo di intendere il teatro. Anche se mi pare di aver capito che non sia un testo di denuncia ma che il tutto sia tradotto in un linguaggio fiabesco, con diversi momenti divertenti».

Che momento è invece per il teatro?

«Sono stata cinque mesi in tournée con “Human” insieme a Baliani, spettacolo incentrato su un tema da niente come le migrazioni e lo smarrimento. E se dovessi basarmi su questo, direi che il teatro sta molto bene, è ancora il luogo della libertà e del confronto. Ma è inutile negare che sia in crisi come tutta la cultura e l’istruzione, nonostante la buona volontà di spettatori, amministratori, operatori. Vorrei che fosse riconosciuto il valore di quest’arte, magari inserendola come materia curriculare».

Crede possa essere una battaglia politica?

«Non ricordo più all’insediamento di quale ministro della Cultura mi chiesero di mandargli un messaggio. Risposi “di crederci”. Perché per decenni si è parlato di Cultura con la C maiuscola, salvo poi non fare nulla. Se invece riuscissimo a crederci collettivamente, a vedere la cultura come una risorsa, forse avremmo dei risultati e il teatro potrebbe entrare nelle scuole. Sempre che quel giorno esistano ancora…».

Sembrava quasi ottimista.

«Guardi, la mia ultima figlia ha appena finito il liceo. Ogni anno cambiava tre professori, è difficile così. Bisogna ripensare la scuola dalle basi».

Che farà nei prossimi mesi?

«Renzo Arbore mi ha chiesto di partecipare a un documentario su Mariangela Melato, tiro le fila di un ritratto a più voci che registreremo al Piccolo Studio. Sarò anche impegnata con un nuovo spettacolo basato sulla posta del cuore di Natalia Aspesi e riprenderò la Traviata e Human».

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