Giornata della memoria, a Milano la prima pietra d'inciampo / FOTO E VIDEO

Dedicata ad Alberto Segre. Si tratta di sampietrino con una targa in ottone che serve a ricordare le vittime del nazifascismo

Posa della prima pietra d'inciampo, nella foto Liliana Segre e il sindaco Sala

Posa della prima pietra d'inciampo, nella foto Liliana Segre e il sindaco Sala

Milano, 19 gennaio 2017 - È un omaggio ad Alberto Segre, ucciso ad Auschwitz nel 1944, la prima delle pietre d'inciampo della città meneghina. Nel mondo ne sono state sistemate oltre 50 mila. In città oggi vengono collocate le prime sei, come parte delle iniziative "Milano è memoria" in vista della giornata della memoria del 27 gennaio. Si tratta di sampietrino con una targa in ottone che serve a ricordare le vittime del nazifascismo.

La pietra in omaggio ad Alberto Segre è stata posata davanti al numero 55 di corso Magenta, dove Segre visse insieme alla figlia Liliana, che con lui fu deportata e che ora è presidente del comitato milanese "Pietre di inciampo". "È una cosa che Milano avrebbe dovuto fare prima, ma abbiamo iniziato a rimediare - ha spiegato il sindaco Giuseppe Sala alla posa della pietra -. È importante ribadire la memoria. Mi preoccupa un pò che vedo i nostri ragazzi proiettati nel presente e nel futuro. Èimportante anche guardarsi indietro e Milano è città della memoria".

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"Non ci abbiamo pensato prima e credo che questo sia un errore comune grave. Meno male abbiamo cominciato - ha aggiunto Liliana Segre - significa iniziare ad avere un punto su cui fermarci visto che non ho una tomba per mio padre, che è stato ssassinato per la colpa di essere nato", di essere ebreo.

Al numero 55 Liliana Segre abitava al terzo piano, con il padre e i nonni, mentre la mamma era morta quando aveva solo un anno. A dodici è stata fatta salire su un treno piombato ed è partita per Auschwitz che chiama «inferno». A rivedere la casa è tornata dopo la guerra. C'erano le tapparelle abbassate e il portinaio ha cercato di scacciarla perché non la riconosceva. Una volta detto chi era, sono arrivati i vicini sorpreso dal "miracolo di questa vecchia ragazza" di quattordici anni che tornava. Poi è andata a vivere con gli zii, si è sposata, ha avuto figli e nipoti ma passando davanti al palazzo "mille volte - ha raccontato - non ho mai avuto il coraggio di guardare su, a quelle finestre". 

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