Tobias Forge, la Popestar. Teschi, maschere e diavoli di provocazione annacquata

I Ghost e il loro leader all’Alcatraz mercoledì sera

CON LA MITRA Tobias Forge, alias Papa Emeritus III, vocal  e fondatore dei Ghost Sotto il gruppo; tranne Forge, tutti si esibiscono con la maschera

CON LA MITRA Tobias Forge, alias Papa Emeritus III, vocal e fondatore dei Ghost Sotto il gruppo; tranne Forge, tutti si esibiscono con la maschera

Milano, 19 aprile 2017 - Si fanno introdurre dal coro registrato del “Miserere mei, deus” di Gregorio Allegri e, una volta sul palco, alla tradizionale celebrazione rock preferiscono la messa heavy-metal. A giudicare dal look papale del cantante Tobias Forge, infatti, i Ghost in concerto questa sera all’Alcatraz prima di essere delle “popstar” sono delle “Popestar”, come li definisce il titolo del loro ultimo ep. Anche se l’identità del sinistro frontman svedese con la tiara non è mai stata accertata ufficialmente - ma i suoi trascorsi in band come Repugnant, Subvision e Magna Carta Cartel confortano la supposizione - e così pure quella degli altri cinque compagni d’avventura mascherati, indicati come “Nameless Ghoul”. E dei “predatori di tombe senza nome” come fanno a rivendicare i loro diritti se il padre padrone del gruppo, nella fattispecie l’uomo con l’abito talare autoproclamatosi in un momento di francescana umiltà Papa Emeritus, li fa fuori senza tanti complimenti per essersi rifiutati di rinunciare a tutte le royalties?

Non gli resta che intentare una causa legale presso la corte distrettuale di Linköping, cittadina duecento chilometri a Sud di Stoccolma in cui i Ghost sono nati e cresciuti, sperando di riuscire a far valere giudizialmente quel che l’anonimato minaccia di togliergli. Già perché davanti alle richieste dei quattro compagni, che in tribunale si sono materializzati per la prima volta con nomi e cognomi, Papa Tobias ha pensato bene di usare il pugno di ferro, lasciandoli a casa per assoldare altri quattro musicisti mascherati. Gli equilibri nella band scandinava sono saltati lo scorso anno, dopo il Grammy per la “miglior performance metal” arrivato sulla scia dell’album “Meliora”, terzo capitolo di un’avventura iniziata nel 2010 tra i solchi di “Opus eponymous” già alle dipendenze di Papa Emeritus, arrivato frattanto alla sua terza reincarnazione. Per non essere da meno dei nove “Nameless Ghoul” mandati a casa dal 2008 ad oggi, infatti, pure Forge ha pensato bene di crearsi il suo turnover, clonando Papa Emeritus II da Papa Emeritus I e Papa Emeritus III da Papa Emeritus II. Anche se a tradire questa schiera di santi padri con la faccia da scheletro sono stati i dischi, da cui risultano avere tutti la stessa voce. Angoscianti e angosciati, i Ghost combinano anonimato, immagini religiose e teatralità rifacendosi ad un immaginario granguignolesco del doom metal che va dai Kiss ad Alice Cooper.

Niente a cui non ci avessero già abituati il Marilyn Manson di “Antichrist superstar” o altri allegroni dark come Death SS o Mortuary Drape. Ma David Grohl è un loro grande ammiratore e li ha pure affiancati sulla scena. Ovviamente travestito. Più tiepidi altri fans, che dinanzi al marketing sfrenato della band, definita senza troppi giri di parole “una versione annacquata dei Blue Oyster Cult”, hanno lanciato una petizione sul web per farla smettere di suonare rivalutando così il contributo dato alla musica “dura” da gente come “Black Sabbath, Judas Priest o Iron Maiden”. Poi, però, è arrivato il Grammy e dell’ “impeachment” da hit-parade non se n’è più parlato.

Alcatraz, via Valtellina 25, ore 20

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