Il debutto di Eva Riccobono: "Porto a teatro la bellezza della fragilità"

La supermodella è pronta al debutto contro le malelingue. Lei fra i protagonisti di “Stasera si può entrare, fuori”

Eva Riccobono

Eva Riccobono

Milano, 23 maggio 2017 - Che sia bella è piuttosto evidente. Ma sarà pure brava? Questo l’ansioso interrogativo dietro il debutto di Eva Riccobono, supermodella pronta a provarsi col teatro e le sue malelingue. Auguri. Lei fra i protagonisti di “Stasera si può entrare, fuori”, spettacolo itinerante dal titolo spigoloso, fino a domenica al Pier Lombardo. Al timone ovviamente la padrona di casa, Andrée Ruth Shammah. Per quello che è un viaggio fra sogno e realtà. Obiettivo: andare alla scoperta dei Bagni Misteriosi e della nuova Palazzina. Curioso il cast, che oltre alla Riccobono vede fra gli altri Irene Grazioli (che sarà sempre la meravigliosa pastorella di “Mediterraneo”), Valentina Picello, Vanessa Korn, Loris Fabiani, Marta Marangoni e Fabio Wolf, Gianluigi Gherzi…

Eva, lo spettacolo viene definito una piccola follia teatrale.

«Ed effettivamente un po’ lo è. Inauguriamo la Palazzina attraverso un percorso divertente ma capace di commuovere. Molto intenso, se ci si concentra sulle parole si scoprono pagine di vera poesia».

Di cosa raccontate?

«Della fragilità dell’uomo. Del perdersi e del ritrovarsi. Del fatto che ognuno ha le sue crepe, come la Palazzina. Sono umane e spesso nascondono talenti, creatività».

Anche per lei è così?

«C’è qualcosa del personaggio che mi appartiene molto. E comunque non sono una persona che si prende troppo sul serio».

Cosa l’ha convinta a cimentarsi col teatro?

«Mi avevano già fatto delle proposte ma ho sempre avuto la sensazione che le persone fossero più che altro interessate al mio nome. Con Andrée è stato tutto diverso. Un incontro vero, puro. Lei mi ha capito a fondo e io avevo bisogno di un maestro cui affidarmi, qualcuno che stimassi dal punto di vista artistico e umano. Al limite ora sento un po’ di senso di colpa».

Addirittura?

«Il Franco Parenti è un teatro bellissimo e prestigioso, un punto di arrivo per tanti che fanno questo mestiere. Io mi ci ritrovo all’improvviso e la considero una grande fortuna».

I colleghi come l’hanno accolta?

«Con generosità. Mi sento parte del gruppo, non certo la diva della situazione. Vivo da quattro anni a Londra anche per stare lontana da queste cose. Poi di mio mi piace esplorare cose nuove. Ho il privilegio di fare un mestiere che mi piace e in cui posso scegliere cosa seguire, gestire il mio tempo. Sono al debutto, non vengo da vent’anni di accademia, cosa mi si può dire? Se non piacerò a qualcuno me ne farò una ragione».

Com’è l’Italia vista da Londra?

«È un paese di grandi bellezze ma abbiamo perso la via. Siamo pieni di invidie, poco patriottici, abituati a lamentarci senza fare nulla. Ma mi piace vivere a Londra più che altro perché mi permette di fare la mamma e di avere amici normali. È una città dove ti trattano per quello che sei, senza stress. Al limite sei l’amica con il lavoro strano… ».

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