Diana Krall canta gli standard di Berlin e Porter

Il nuovo album “Turn Up the Quiet”

Diana Krall

Diana Krall

Milano, 12 maggio 2017 - Diana e Tommy LiPuma, coppia da Grammy per l’atteso nuovo album della Krall, “Turn Up the Quiet” (Verve). Trattasi di standard, abbastanza classici come gli arrangiamenti delle formazioni a geometria variabile che citano atmosfere dagli anni Venti al Dopoguerra, intorno al notevole trio della famosa pianista e cantante jazz. Sono bozzetti di meravigliose canzoni dell’American Songbook, che viene sfogliato con amorevole e filologica cura. Diana, molti Grammy veri in bacheca, è una pianista che procede per sottrazione, una voce sabbiosa che smeriglia i scintillanti luoghi comuni della nostalgia. Declina piuttosto un’idea per ogni epoca e tema, un violino jazz per “Moonglow”, quello di Stuart Duncan, e la chitarra di Marc Ribot. Bella anche la cadenza sudista delle ottave basse, sostenute dal poderoso contrabbasso di Cistian McBride in “Blue Sky” di Irving Berlin. La chitarra consente maggiore libertà anche al pianismo di Diana, che ha scelto con Tommy tutti standard che amo.

Da “Like Someone In Love” di Van Heusen e Burke, la deliziosa “Isn’t It Romantic” di Rodgers e Hart, la complessa e scura “Night and Day” del mio adorato Cole Porter, scalata con grazia. All’indietro ci porta “I’m Confessin’ (That I Love You)”. Belli anche gli arrangiamenti orchestrali, su cui ha lavorato anche la Krall. Di certo questo è un reperorio da conoscere, amare e capire, i famosi testi, the lyrics, su cui molto ha studiato Stacey Kent. Questa è la chiave che ha reso credibile un improbabile crooner come Rod Stewart. E lei ne è perfettamente consapevole.

“Ho pensato a questi brani a lungo. La compagnia di alcuni fra i miei migliori amici – rivela – mi ha permesso di raccontare queste storie esattamente nel modo che desideravo. A volte, si deve semplicemente far emergere il silenzio”. Il suo paricolarissimo, non spettacolare timbro le permette di spolverare dolcezze e altre intime emozioni senza farci pensare a un ritorno del genere torch song e delle sue divine (che non erano poi così male, si può dire). E quando le atmosfere si avvicinano a noi con gli anni ‘50 di “Dream”, perla di Johnny Mercer, lei è perfetta per un grande film. Pianista, arrangiatrice, Diana è anche leader delle tre formazioni che suonano (bene) nell’album, che è stato registrato e mixato da Al Schmitt presso i mitici Capitol Studios di Hollywood. In “Turn Up The Quiet è una coproduzione con Tommy LiPuma, che ha già firmato i suoi “All For You”, “The Look Of Love” e “Live In Paris”. Si sente la sua mano e il suo gusto sicuro.

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