Diana Damrau: "Mozart, il genio che capiva le donne. Gli devo tutto"

Diana Damrau è Contessa nelle “Nozze di Figaro”

Diana Damrau

Diana Damrau

Milano, 20 ottobre 2016 - La sua Milano è tutta lì, attorno alla Scala. Diana Damrau, voce dai colori incredibili, è capace di stregare il pubblico del Piermarini. Dal 26 ottobre il soprano tedesco sarà Contessa ne “Le nozze di Figaro” di Mozart, sul podio si alterneranno Franz Welser-Möst e Michele Gamba.

È acclamata in tutto il mondo. Avrebbe mai immaginato un tale successo? «Nessuno conosce il proprio futuro. Ho sempre lavorato sul mio talento per poter esprimere al meglio ciò che è racchiuso nell’opera e continuo a farlo, ogni giorno».

Quali ruoli le hanno fatto capire che sarebbe diventata una prima donna per la lirica? «Credo la Regina della Notte, un personaggio che può chiuderti o aprirti molte strade. In teatro leggono il tuo repertorio, ascoltano la voce, osservano la presenza scenica, il carattere. La seconda aria dell’opera è drammatica, si capisce subito se la voce sa sviluppare note gravi, medie, è la base dei grandi ruoli da soprano. Un’altra donna che ho incontrato sulla strada è stata Gilda, la sorellina di Traviata, una ragazza e poi Violetta, un’adulta. Differenti figure femminili hanno fatto crescere la mia personalità interpretativa».

Cosa le ha insegnato Mozart? «Tutto. È un compositore per voci femminili, nelle sue opere le donne hanno ruoli importanti, ne intuisce la psicologia, bisogna avere colorature nella voce per interpretarle, sia nelle note gravi che acute».

In questa edizione de “Le nozze di Figaro” interpreta Contessa, in un’altra è stata Susanna. Quali sono le differenze? «Ci sono momenti in cui le due donne sono vicine come sorelle, nel duetto della “Lettera”. I caratteri, le storie sono diverse, si nota nel canto. Susanna è una giovane servetta di poca istruzione, è semplice ma possiede cuore buono, coraggio ed è vivace. Contessa è un’aristocratica colta ma è chiusa nella gabbia del matrimonio, suo marito fa ciò che vuole, lei lo ama e vuole riconquistarlo. È una donna triste e senza speranza ma con l’aiuto di Figaro e Susanna, due servitori, riprende le redini del suo destino e si ritrova libera, anche di perdonare. Mozart e Lorenzo da Ponte hanno lasciato un dono immenso all’umanità, le loro opere sono gioielli preziosi. Posso cantare Susanna, Barbarina, Cherubino o Contessa, l’importante è utilizzare il colore: Susanna è naturale, Contessa ha colori oscuri, riflessivi, Cherubino è l’amore che esplode. Con Mozart posso fare di tutto, ho cantato anche Papagena e Pamina in “Flauto magico”».

Come avvicinare i giovani al grande repertorio lirico? «Purtroppo se in famiglia non si ascolta musica è più difficile proporla ai ragazzi. In Germania ci sono tradizioni come le house music, ci si ritrova per ascoltare, suonare e cantare. Nelle chiese si continua a fare musica, il coro unisce le persone. Per scoprire l’opera bisognerebbe ascoltarla dal vivo, ho visto spettatori venire in teatro e rimanere stupefatti dall’assenza di microfoni, dai cambi di scena, dai costumi e dalla forza dell’orchestra».

È sposata con il basso-baritono Nicolas Testé con cui spesso lavora. «Condividiamo la stessa passione, siamo spesso in viaggio: avere qualcuno che ti comprende è bellissimo, come cantare insieme».

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