Milano, 4 febbraio 2013 – Dalle brumose atmosfere di Twin Peaks alla beatitudine della meditazione trascendentale. Dalle contorte circonvoluzioni della psiche di Mullholand Drive agli stati di “pura coscienza” della mente per affrontare al meglio la realtà quotidiana. E mentre presenta “Scuola senza stress”, il progetto della sua Fondazione, David Lynch annuncia en passant il suo prossimo film. Trinceratosi la sera prima dietro a un guardingo «top secret» durante la puntata di “Che tempo che fa”, il giorno dopo a Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano, preannuncia ciò che i suoi fan attendono da quasi otto anni (anno di uscita di “Inland Empire”): «Sto lavorando a un film su Maharishi Mahesh Yogi». Non più l’Agente Cooper o il povero John Merrick, alias Elephant Man, nelle mire del regista più onirico del mondo, insieme a Cronenberg e Gondry, ma il filosofo indiano fondatore della tecnica e del Programma di meditazione trascendentale.

«Un programma per sviluppare il pieno potenziale creativo del cervello e della mente, migliorare la salute e ridurre lo stress». Così David Lynch ieri ha presentato in Provincia e alla platea di studenti e docenti accorsi ieri al Teatro Dal Verme di Milano il Programma di meditazione trascendentale, pratica a lui congeniale da più di 30 anni, per nulla in contraddizione con l’angoscia visionaria delle su pellicole. «Solo liberandosi la mente – aggiunge – si possono affrontare il bene e il male. E ricevere più facilmente il flusso della creatività e nuove idee per una sceneggiatura. Non credo al mito romantico degli artisti scapestrati». La Fondazione David Lynch da anni promuove la diffusione del Programma nelle scuole, fin dall’età di 6 anni, «perché le pressioni del mondo odierno pongono un pesante fardello sulle spalle dei nostri ragazzi e degli insegnanti».

Ma oltre al metodo trascendentale, c’è il cinema di Lynch. Arte avvicinata dopo gli inizi da pittore. «Un giorno, frequentavo la scuola d’arte, osservai meglio un giardino notturno che avevo dipinto. Vidi il verde che si muoveva, sentivo il vento. L’opera d’arte era in movimento». E si mosse anche la cinematografia lynchiana. Lynch che adora «Kubrick e Fellini, maestro nell’astrarre le emozioni, nel realizzare i sogni». Lynch che già è alle prese con il suo nuovo progetto. «Sto lavorando a un film, un documentario su Maharishi Mahesh Yogi». E non mancano parole per una tragedia che ha colpito il mondo della settima arte. «Non ho mai lavorato con Philip Seymour Hoffmann, ma era un grandissimo attore. È un vero peccato che se ne sia andato».

di Luca Salvi